Per entrambi i provvedimenti sono state confermate le risorse dell’annualità precedente: rispettivamente € 1.080.000 e € 2.532.000.
I Servizi di Sollievo sono un progetto sperimentale avviato nel 2001 e proseguito negli anni visti i benefici prodotti agli utenti, in particolare: servizi di tempo libero, punti di aggregazione e socializzazione, di promozione dell’auto-mutuo aiuto, di residenzialità breve. E’ un progetto che va inquadrato nel novero dei servizi per la famiglia e deve avere le caratteristiche di servizio territoriale sociale che conta su una serie di collegamenti con servizi sociali, sanitari, lavorativi, ricreativi e di socializzazione, culturali.
“Questi servizi – spiega il vice presidente e assessore regionale ai Servizi sociali, Almerino Mezzolani – mettono in atto la programmazione sanitaria regionale degli ultimi anni che mira a spostare l’asse di intervento dalla componente sanitaria a quella capace di mobilitare risorse pubbliche, private, del terzo settore del volontariato, verso una reale integrazione delle politiche sanitarie con quelle sociali”.
“La Regione – continua Mezzolani – con i Servizi di Sollievo ha dato così avvio a un percorso integrato dove il sociale, titolare della progettazione, in accordo con la sanità, assicura nuovi interventi per un sostegno alle famiglie dei soggetti con problematiche psichiatriche”.
Attualmente il Piano sanitario regionale 2012/2014 prevede al’interno dell’Area Salute mentale lo sviluppo dei Servizi di Sollievo con il chiaro obiettivo di far assumere a tale progettualità la connotazione di intervento consolidato.
I Servizi di Sollievo sono interventi a titolarità dei Comuni che fanno parte degli ATS, a cui spetta il compito di favorire la collaborazione di tutte le realtà territoriali.
Confermato anche nel 2013 il ruolo delle Province per la progettazione e per l’attuazione dei progetti. Riguardo, invece, al riparto del finanziamento tra le cinque Amministrazioni provinciali, sono stati introdotti parametri oggettivi come la popolazione servita e il territorio di competenza. Le risorse economiche sono costituite oltre che dalla quota regionale da quote di cofinanziamento a carico dei soggetti coinvolti nel progetto di importo pari almeno alla quota regionale.
Per disabilità di “particolare gravità” si intende invece quella in cui la minorazione singola o plurima abbia ridotto l’autonomia personale del soggetto tale da rendere necessario un intervento assistenziale permanente e continuativo. L’assistenza è svolta da un familiare, convivente o non con il disabile, oppure da un operatore esterno individuato dal disabile stesso o dalla famiglia.
Avranno diritto ai contributi coloro che abbiano riconosciuta la propria disabilità di particolare gravità da parte di un’apposita Commissione sanitaria provinciale. A ciascuno sarà poi assegnato un punteggio compreso tra 16 e 48 cui corrisponde un monte ore di assistenza massimo settimanale. Sono escluse le disabilità conseguenti a patologie connesse a processi precoci di invecchiamento derivanti da malattie degenerative quali demenza senile o Alzheimer, all’AIDS, alle neoplasie e le disabilità di tipo psichiatrico. Ugualmente, sono esclusi dal beneficio economico gli ospiti di strutture residenziali o semi residenziali; i soggetti inseriti nei centri socio-educativi diurni; coloro che beneficiano del contributo regionale previsto per il progetto “Vita Indipendente” e per quello destinato alle persone affette da SLA.