Una manifestazione che, come quelle che si stanno svolgendo in tutta Italia con una grandissima partecipazione, chiede il rilancio e il rinnovamento della scuola pubblica, investimenti al posto dei tagli che da troppo tempo la indeboliscono; un futuro, per le nuove generazioni, non segnato dalla precarietà a vita.
Una nuova generazione, troppo spesso definita cinicamente “senza futuro”, irrompe pacificamente sulla scena, non dobbiamo lasciarla sola.
Rispettando fino in fondo l’autonomia di questo movimento dobbiamo impegnarci, tutti, a dare risposte serie ai problemi che questi giovani pongono e che riguardano non solo loro ma il profilo della società che vogliamo costruire: investire nella scuola, nella formazione, nella ricerca; lavorare contro la precarietà e per una buona occupazione significa rispondere ai giovani e costruire un’Italia più civile, più moderna, più inclusiva.
Questa ventata di democrazia e di partecipazione va dunque valorizzata e non delusa: è una forza essenziale per rinnovare il paese e renderlo migliore.