L’analisi che Matteo Ricci fa all’assessore regionale Sara Giannini, chiamata dal presidente in Commissione provinciale lavoro, non lascia spazio a grandi interpretazioni. Anche perché: «Abbiamo retto la prima fase della crisi, ma la ricaduta del 2011 è stata devastante. Ce ne accorgiamo ogni giorno, tra tavoli anticrisi e azioni di resistenza che portiamo avanti. I problemi più rilevanti? Le fasce over 50. E la disoccupazione giovanile. Abbiamo ancora due milioni di euro da utilizzare, vogliamo destinarli alle nuove generazioni». Ricci fa il quadro: «La strategia? Resistenza e innovazione con turismo, green economy e domotica. Ma è evidente che l’architrave del nostro sistema resta la manifattura. Il comparto del mobile è in ginocchio. Soffrono anche le aziende di ampie proporzioni: servono azioni ad hoc, d’intesa con Ancona». In più: «E’ fondamentale che la Regione continui il suo sforzo sul patto di stabilità, perché ha un impatto decisivo nei territori: aiuta i Comuni, permette i pagamenti, evita il fallimento alle imprese».
Resistenza e nuove strade. Il presidente ricorda l’«impegno dell’Ente», con riferimento a «più di 70 tavoli anticrisi 70 tavoli anticrisi; agevolazioni tariffarie per oltre 2mila famiglie; prestiti agevolati e microcredito per più di 850 persone; sconti sul trasporto scolastico; prestito d’onore per 120 aziende; 406 posti di lavoro scaturiti dal sostegno alla creazione d’impresa; corsi di formazione per più di mille dipendenti di aziende in crisi e per 3mila e 400 disoccupati, svantaggiati, apprendisti; 240 imprese finanziate con check up aziendali. Ma anche tirocini, inserimento mirato, politiche di re-impiego». Tuttavia ribadisce: «Dal riordino complessivo delle Province uscirà fuori un ente più debole e con meno risorse. Anche per questo abbiamo bisogno di una Regione ancora più presente nel territorio». E sottolinea: «Occorrerà percorrere nuove strade, ragionare per 9 o 10 bacini omogenei: 60 Comuni, da soli, non reggono più. Serve mettere insieme le poche risorse che ci sono, accorpare i servizi senza rinunciare ai singoli municipi».
Il tavolo per il mobile. Con Ricci ci sono l’assessore Massimo Seri e i dirigenti provinciali. In sala, tra gli altri, Salvatore Giordano, Simona Ricci, Roberto Borgiani. Dall’altro lato l’assessore regionale, con i dirigenti Fabio Montanini e Rolando Amici spiega: «I sobbalzi istituzionali non aiutano il coordinamento nei territori. Bene la scelta di Ricci di restare alla guida dell’Ente: in giro non ce ne sono tanti come lui. Accolgo la sua richiesta per rafforzare la nostra presenza – continua Giannini -. E’ vero: il mobile sbocca sul mercato interno e ora risente più di meccanica, tessile e calzaturiero. Che possono contare anche sull’export. Un intervento ad hoc? Può essere il bando per i fondi europei dedicato all’innovazione su filiera. L’obiettivo è sostenere chi mantiene tutto il processo produttivo nelle Marche». Anche nel comparto edile, per l’assessore regionale, ci sono margini per tenere «puntando su internazionalizzazione e misure urbanistiche che agevolino interventi come recuperi e ristrutturazioni».
L’ accordo ‘Merloni’ per la Valle del Cesano. Per l’area della Valle del Cesano, poi, su 9 Comuni l’accordo di programma siglato al Mise che rimodula l’intervento di reindustralizzazione dell’area di crisi del gruppo Merloni (con Invitalia che gestirà il processo di riconversione, ndr) apre «opportunità da sfruttare», in termini di risorse («17 milioni sono la base, più i fondi Fas. Ma si può salire ancora con progetti adeguati») e riassorbimento dell’occupazione. Tuttavia rimane la consapevolezza: «Da questa situazione – osserva Giannini - non ne usciremo presto». Al presidente della Provincia ora preme in particolare un aspetto: «Partiamo con il tavolo per il mobile, sono necessarie azioni specifiche». L’assessore regionale apre: «Disponibili a ragionarci sopra».