“Considerato che nelle Marche l’archeologia – afferma l’assessore alla Cultura, Pietro Marcolini - è caratterizzata, più che in altre regioni, dalla presenza diffusa di molti siti di grande interesse archeologico e che la ricerca scientifica e gli scavi condotti in questi ultimi venti anni hanno messo in luce aspetti e temi di grande interesse, risulta più che mai strategico creare un raccordo operativo fra le azioni svolte dalle aree protette e dai Centri di Educazione Ambientale (CEA) a favore della tutela del territorio e dei beni archeologici presenti”.
L’obiettivo è quello di inserire la valorizzazione delle singole emergenze in una rete di relazioni che coinvolga i diversi settori culturali e naturalistici: turisti, scolaresche e studiosi che visitano le aree protette avranno così la possibilità di scoprire e apprezzare anche i valori storici ed archeologici che caratterizzano queste aree, vere e proprie eccellenze del territorio regionale.
“Saranno così promossi nei Parchi e nelle Riserve naturali – continua Marcolini – con le risorse dei due assessorati, le aree di particolare interesse archeologico, così come identificate e cartografate dal vigente PPAR, ovvero: il Parco Naturale Regionale del Conero, il Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo, il Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, la Riserva Naturale Statale Abbadia di Fiastra e la Riserva Naturale Statale Gola del Furlo”. Le iniziative saranno finalizzate alla sistemazione di percorsi di interesse archeologico-ambientale, alla realizzazione di spazi espositivi per l’archeologia all’interno dei centri visita delle aree protette, anche con specifici info-point, alla creazione di una sezione del sito web delle singole aree protette dedicata all’archeologia e alla valorizzazione e promozione del progetto e del materiale prodotto.
“Si tratta di un primo intervento di collaborazione fra i due assessorati su questo tema specifico – afferma l’assessore all’Ambiente, Sandro Donati – che sottolinea come i parchi e le riserve naturali svolgano un importante ruolo non solo per la conservazione della natura ma anche per la valorizzazione del patrimonio storico-culturale delle Marche. Le aree protette costituiscono infatti dei veri poli di attrazione turistica che, con l’avvio del processo di certificazione di cui alla European Charter for Sustainable Tourism (CETS) iniziato nello scorso mese di febbraio da tutti i parchi naturali regionali delle Marche, evidenzia ulteriormente il loro ruolo di risorsa distintiva anche in termini di marketing del territorio. Una risorsa sulla quale sarà necessario puntare per interventi ed azioni volti ad accrescere sempre più la competitività della regione. Si ritiene pertanto importante avviare un processo di continua collaborazione per realizzare un progetto coordinato di valorizzazione del patrimonio naturale, archeologico e culturale”.
I parchi e le riserve naturali con i loro centri visita ed i CEA, potranno quindi organizzare, coordinandosi anche con i parchi archeologici (creazione di una rete di sistema fra i differenti tipi di aree protette), visite guidate, workshop e laboratori di archeologia per le scuole e per gli adulti, al fine di far conoscere e valorizzare maggiormente la realtà e l’offerta della regione.
Il progetto pone le basi di quella macro-rete regionale da costituire tra i parchi archeologici, naturali, la rete dei CEA ed altri ambiti strategici, fondamentale per realizzare una “Infrastruttura Verde Regionale”, che sia a servizio dei cittadini e che possa contribuire a garantire benessere ed occupazione ai giovani, ovvero ad avviare un processo di sviluppo economico e sociale “sostenibile”.