La proposta passa ora all’Assemblea legislativa. “La ricerca e raccolta del tartufo – commenta Petrini – nelle Marche è un’attività di rilievo turistico e promozionale per tutto il territorio. La tartuficoltura è una risorsa per l’economia montana e comporta il rimboschimento di aree marginali con specie autoctone, a vantaggio della biodiversità e del paesaggio. Con questa proposta di legge, aggiornando la normativa vigente ormai vecchia di 25 anni, valorizziamo questi aspetti, oltre a definire puntualmente le competenze degli enti coinvolti e intervenire sulla formazione e rilascio delle abilitazioni alla ricerca”.
La proposta riconosce il ruolo centrale dell’associazionismo di settore nella promozione e valorizzazione del patrimonio tartufigeno marchigiano, nel rispetto delle istituzioni locali. Un disegno normativo, quello predisposto dalla Giunta, che va nella direzione di salvaguardare le caratteristiche peculiari dei tartufi dell’entroterra marchigiano e di evitare l’introduzione sul mercato di tuberi di specie non presenti in Italia. Tra gli obiettivi anche la certificazione, che non può prescindere da una maggiore conoscenza dell’ecosistema della specie. Visto che la domanda di questo pregiato tubero non è soddisfatta dalla produzione spontanea, la proposta di legge oltre a tutelarla, la affianca alle tartufaie coltivate, favorendo la diffusione di piante micorizzate o idonee alla tartuficoltura.
Per la redazione di questa proposta di legge gli uffici regionali si sono avvalsi della collaborazione del Corpo forestale dello Stato che, partecipando assiduamente ai lavori, ha suggerito efficaci strumenti per combattere la raccolta non autorizzata e la distribuzione di prodotti non adeguati. L’articolato predisposto dalla Giunta prevede poi un sistema sanzionatorio più incisivo, soprattutto verso gli esercizi commerciali che detengono e somministrano tartufo immaturo e non fresco.
La bozza normativa si integra con le altre azioni regionali dirette allo sviluppo di questa produzione dalle diverse positive ricadute economico ambientali, come la distribuzione - caso raro in Italia – di piantine tartufigene da parte dell’Assam e i contributi già definiti dalla Giunta regionale a favore delle tartufaie.