No alla revisione organizzativa del Comune

No alla revisione organizzativa del Comune

Così le Segreterie Provinciali CGIL – FP Ascoli Piceno in una lettera aperta

Così una nota delle Segreterie Provinciali CGIL – FP Ascoli Piceno. "E' del tutto evidente, ma questo ormai lo è da qualche anno, che l'accanimento contro il “pubblico” ed i suoi lavoratori, parte da un presupposto curiosamente sbagliato: il pubblico è un costo, non un servizio al cittadino che viene reso a fronte delle imposte che paga.
Questo presupposto ha fatto si che lo Stato ha ormai abbandonato i servizi al cittadino (tanto qualcuno ci pensa vedi Patronati, CAAF, ecc oltretutto ridimensionati anche loro) e il decreto sulla spnding review rischia di dare il colpo di grazia ai servizi stessi intervenendo sia sul ridimensionamento del numero degli uffici, che del personale addetto, addirittura degli Enti Locali (vedi Comuni) rischiando di allontanarsi sempre più dai bisogni dei cittadini.

Accanto a questo c'è l'ulteriore intervento sull'accorpamento delle Province che dovrà poi prevederne la città capoluogo.
Ci chiediamo e le chiediamo: è opportuno mettere in atto, in questo momento, una revisione della macchina organizzativa del Comune di Ascoli Piceno, alla luce delle suddette nuove normative?
Ha senso immaginare di dividere in particolari settori, con conseguenti responsabilità dirigenziali, l'organizzazione dell'amministrazione comunale, senza sapere se Ascoli sarà o meno città capoluogo della eventuale nuova Provincia? Ha senso, se solo si pensasse ai risvolti che questo comporta nell'offeta di servizi ai cittadini, una nuova organizzazione, se non si conosce ancora il significato della riduzione del 20% dei dirigenti o della mobilità del personale o degli eventuali possibili prepensionamenti che sembrano essere previsti dallo stesso decreto in discussione al Parlamento?

La CGIL di Ascoli Piceno ritiene necessario e corretto che una buona amministrazione si fermi un attimo a riflettere su tutto ciò, anche e soprattutto con chi rappresenta le istanze dei diretti interessati (lavoratori, pensionati e cittadini) e non si prendano decisioni affrettate che potrebbero poi, come spesso accade, mettere in difficoltà i diretti interessati stessi ed a dover far tornare sui suoi passi, successivamente e con ulteriori spese, l'Amministrazione Comunale".