Symbola, cultura e green economy contro la crisi

Symbola, cultura e green economy contro la crisi

Ma le leggi devono essere semplici e razionali

 “Il nostro sistema economico basato sulla produzione – ha detto l’assessore ad Innovazione e Attività produttive, Sara Giannini concludendo i lavori – per molto tempo ha garantito ricchezza, ha permesso alla nostra economia di passare dallo stadio agricolo a quello artigiano e alla conquista dei mercati internazionali. Questo tumultuoso sviluppo ora ha avuto uno stop e ci siamo dovuti chiedere se sia possibile un nuovo modello sociale. La crisi è difficile da gestire, ma porta con se qualche opportunità. Oggi è emerso un mix di idee per dare nuova vita al manifatturiero, è stato testimoniato come ambiente e produzione non siano in contraddizione, ma possano essere, attraverso la tecnologia, integrati proficuamente. E’ necessario indagare nuovi mercati, sempre più sensibili alle modalità in cui viene fatto un prodotto, al luogo in cui viene realizzato. C’è una crescente sensibilità da parte dei consumatori verso la solidarietà sociale e ambientale mondiale, una tendenza che va colta. Dobbiamo andare oltre la crisi, nelle Marche puntiamo sulla qualità della vita, investiamo su domotica e intelligenza dell’abitare, perseguendo intersettorialità e collaborazione tra istituzioni, grandi e piccole imprese, soprattutto guidate da giovani. La politica, il settore pubblico, hanno la funzione di fornire risorse per abbreviare la distanza tra piccole imprese e generatori di conoscenza, come nel sostegno agli spin off, per abbassare i costi del sapere, a volte troppo alti per i piccoli imprenditori. Nelle Regioni ci sono tante esperienze ed idee per il rilancio, se ne sta accorgendo anche il ministro Passera, con il quale mi sono incontrata spesso negli ultimi mesi, come coordinatrice della Conferenza delle Regioni per le Attività produttive. Non serve quindi un nuovo centralismo, ma un disegno nazionale di politica industriale, che parta dalla semplificazione. Le norme non sono un fardello, se il nostro territorio è così bello, è grazie a norme stringenti. Ma le leggi devono essere semplici e razionali. Se la crisi ci consentirà di innovare profondamente il nostro sistema produttivo, la crisi non sarà stata solo negativa”.

Lo studio, focalizzato su Agroalimentare, Abbigliamento – Moda, Arredo – Casa, Automazione – Meccanica e Ambiente, ha messo in evidenza le dinamiche, i protagonisti e i fattori di successo dell’imprenditoria marchigiana degli ultimi anni. L’approfondimento, realizzato grazie alla collaborazione tra Regione, Province, associazioni di categoria e Camere di commercio, testimonia come nel territorio marchigiano vi sia una diffusa volontà di reagire alla crisi e come le esportazioni continuino a rappresentare un elemento determinante dell’economia regionale. Esportazioni che mostrano come vi sia stato un calo dei volumi, ma un aumento forte del valore, soprattutto grazie alla maggiore qualità incorporata nei prodotti e servizi. Qualità che sempre più spesso è legata agli investimenti green attuati dalle aziende: nel triennio 2008 – 2011 un’azienda ogni quattro ha investito verde in prodotti o servizi e chi lo ha fatto, emerge dallo studio, resiste meglio alla crisi.