Dal 1994 vengono assegnati annualmente contributi economici ai Comuni che assicurano i servizi socio-educativi residenziali per questi minori, sia attraverso le comunità d’accoglienza che attraverso le famiglie affidatarie.
“Da tempo - afferma l’assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi – i Comuni segnalano la carenza di indirizzi regionali che stabiliscano in modo omogeneo le tariffe praticate da ambedue i luoghi di accoglienza, per questo era più che mai necessario disciplinare in maniera coerente le dinamiche economico-finanziarie riguardanti le varie soluzioni residenziali messe in atto per la tutela dei minori nelle Marche, avendo in ogni caso l’obiettivo prioritario di sostenere la pratica dell’affidamento familiare”.
Quest’ultima scelta, in particolare, comporta di conseguenza la rimodulazione dei criteri di assegnazione dei fondi regionali destinati ai minori fuori famiglia.
“Si è voluto sostanzialmente dare certezza e coerenza al sistema regionale di interventi economici e di sostegno in materia di affidamento familiare e accoglienza residenziale – spiega Marconi – garantendo un intervento uniforme, congruente e costante da parte della Regione in relazione ai contributi per le famiglie affidatarie e alle tariffe delle strutture residenziali di accoglienza. Ritengo che queste soluzioni da una parte sostengano l’affidamento familiare e dall’altra diano la giusta sicurezza anche alle comunità d’accoglienza”.
Riguardo all’affido, per la definizione dei contributi economici è stato individuato come parametro di riferimento la pensione per gli invalidi oltre i 60 anni che per il 2011 è pari a 604 euro, con una maggiorazione del 10% in presenza di neonati e del 50% in presenza di minori disabili. I contributi poi variano rispetto alle diverse tipologie e caratteristiche di affido.
Tra le novità, l’istituzione di un registro regionale di associazioni di famiglie affidatarie. Previste, inoltre, una serie di agevolazioni per l’affidamento familiare, dall’esenzione del ticket per i minori o per le cure ortodontiche e protesi dentali, alla gratuità per i servizi comunali di mensa, trasporto scolastico, nido d’infanzia, al contributo per l’acquisto di testi scolastici. “L’applicazione di queste misure – dichiara Marconi – dipenderà dalle disponibilità finanziarie che saranno indicate dalla Giunta regionale, eventualmente estendendole alle strutture di accoglienza residenziale”.
Le tariffe delle strutture residenziali di accoglienza sono invece determinate in base al nuovo sistema tariffario regionale delle strutture residenziali e semiresidenziali delle aree sanitaria extraospedaliera, sociosanitaria e sociale.
I criteri di riparto dei fondi regionali da destinare ai Comuni prevedono che il destinatario del finanziamento sia il Comune capofila dell’Ambito territoriale sociale a cui viene assegnata e liquidata la quota spettante per i servizi residenziali. Il contributo viene utilizzato in primo luogo per coprire il 90% dei costi sostenuti per l’affidamento familiare da tutti i Comuni. Il resto viene distribuito agli ATS sulla base dei costi dell’accoglienza residenziale, garantendo la copertura di almeno il 40% delle spese sostenute dai Comuni fino a 5000 abitanti e il 40% per le spese per i minori stranieri non accompagnati; il rimanente va ai Comuni con più di 5000 abitanti, in proporzione alla spesa sostenuta.