Si tratta di edifici inseriti nel Piano dei beni culturali – spiega il presidente della Regione Gian Mario Spacca - già colpiti dal terremoto nel ’97 (compresi nel Piano art. 8 L. 61/98) e che hanno subito ulteriori aggravamenti dopo l’ ondata di maltempo che ha imperversato sulle Marche nel mese di febbraio scorso. In particolare, come accertato nei sopralluoghi svolti sia dalla Regione sia dalla competente Soprintendenza, si sono verificati, nei casi più gravi, crolli di strutture lignee di copertura e danni alle muratura a causa di consistenti infiltrazioni d’acqua. Il progressivo degrado del patrimonio già danneggiato andava fermato e intervenire è diventa un’azione necessaria per la tutela del nostro patrimonio artistico e architettonico e per la salvaguardia della memoria storica della nostra comunità”.
Monsignor Luigi Conti, presidente della Regione Ecclesiastica Marche, ha espresso il suo ringraziamento per il rapporto di collaborazione sincero e aperto avuto con la Regione che ha portato nel corso degli anni alla sottoscrizione di numerose intese. “In particolare – ha detto monsignor Conti – quella di oggi è tanto più pregevole poiché sottoscritta in un momento in cui le risorse diminuiscono ed inoltre acquista un gran valore poiché riguarda non solo beni culturali ma anche edifici parrocchiali e la mancanza di un luogo destinato al culto è una ferita per una comunità di fedeli”.
“Quello che sottende questa intesa – ha dichiarato Lorenza Mochi Onori, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici delle Marche – è un aspetto non comune: l’accordo e la collaborazione continui che hanno caratterizzato tutto il periodo della ricostruzione post terremoto e che rappresentano una grande forza per le Marche. Questo accordo porta in sé qualità rare che danno frutti straordinari”.
“Intendiamo proseguire - ha concluso Spacca – questa metodologia ispirata alla massima concretezza e collaborazione, un lavoro di squadra che ha dato ottimi frutti”.
I 3 milioni di euro messi a disposizione dalla Giunta regionale sono stati reperiti dal Fondo di riserva del programma di ripartizione dei finanziamenti per la ricostruzione post-terremoto “per interventi di messa in sicurezza degli edifici inseriti nel Piano dei beni culturali di cui all’art. 8 della legge n. 61/98 che hanno subito un ulteriore aggravamento a causa delle eccezionali avversità atmosferiche del mese di febbraio 2012”.
A partire dal 2005 sono state definite, di concerto con gli uffici territoriali del Ministero per i beni e le attività culturali, quattro intese per la realizzazione di oltre 120 pronti interventi su beni per i quali è stato accertato il rischio perdita soprattutto in seguito al sisma che colpì le Marche e l’Umbria nel ‘97.