Come cambierà la sanità marchigiana per i disabili

Come cambierà la sanità marchigiana per i disabili

In pratica la direzione dell'ospedale è unica, anche se restano le  strutture fisiche separate. Riguardo ai distretti invece è previsto che si passi dagli attuali 23 a 13, coincidenti con le ex Zone territoriali; ad esempio a San Benedetto è già uno, quello di  Ascoli deriva dall'accorpamento di quelli di Ascoli ed Offida, mentre quello di Amandola è passato all'AV 4.

In ciascuna area vasta i distretti rimangono autonomi, la legge infatti prevede solo che ci sia un’unico dirigente amministrativo di supporto, in quanto la loro organizzazione è scaturita dal confronto decennale con i comuni e l'ambito territoriale e le decisioni organizzative sono state prese dal direttore del distretto, coadiuvato dall'Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali, dopo essere state discusse ed approvate in sede di comitato o conferenza dei sindaci.

C'è un rapporto forte con il territorio e la programmazione, difatti il programma delle attività distrettuali (l'ultimo è del 2005) e il Piano di ambito sociale del 2008, sono fortemente integrati, e sono stati strutturati in seguito ad un intenso confronto tra direttore di distretto e coordinatore di ambito, soprattutto per le prestazioni ed i percorsi che richiedono una notevole integrazione socio sanitaria, come avviene tipicamente nei servizi per i disabili.

Questa è la nuova organizzazione della sanità nella Regione Marche che riguarda le persone con disabilità, e su cui vorrei fare delle osservazioni.

In riferimento alle proposte di  ridurre qualche Struttura direzionale, sono molto favorevole, purchè lo si faccia bene e in tempi brevi (non solo per risparmiare ma perché "avere troppi generali" in rapporto al numero di soldati crea sicuramente problemi nell'erogazione dei servizi e costa troppo).

In relazione al problema UMEA UMEE io vedrei molto meglio unificare la UMEE con l'UMEA in ogni distretto piuttosto che le due UMEE e le due UMEA  in quanto avremmo il vantaggio per il disabile e la sua famiglia di non dover cambiare le persone di riferimento "solo per aver compiuto i 18 anni"; è ovvio e pacifico che, a parte il direttore, tutte le figure presenti debbono continuare ad esserci e mantenere la loro specificità professionale, es neuropsichiatra infantile, fisiatra, ecc..

Ovviamente la LR 18/96 all’art.9 comma 4 prevede già che UMEE ed UMEA siano collocate a livello di distretto.

Naturalmente il problema sarà dei partiti, perché  potranno distribuire  meno incarichi agli amici degli amici, pertanto dovranno rinunciare ai loro voti.

L’altra importante rivoluzione è il rafforzamento delle cure domiciliari per i disabili gravi e per gli anziani non autosufficienti, attraverso il recupero di risorse dato dal taglio dei posti letto.

Naturalmente ho parlato di rivoluzione perché siamo in Italia, dove il nostro sistema sanitario è anni luce indietro rispetto agli altri paesi europei che dà decenni hanno un sistema avanzato di cure domiciliari, molto efficiente e che fa risparmiare milioni di euro e curare nei loro domicili questo tipo di utenza.

Nel nostro DNA di cittadini c’è come risposta alle nostre richieste di salute innanzitutto l’ospedale, questa meccanismo ci porta a rivolgerci al pronto soccorso anche per gli utenti sopracitati, proprio perché il sistema sanitario non è riuscito a far evolvere questo nuovo modo di intendere la sanità, e poter investire in questo settore.

 A ciò si unisce la paura dei sindacati di perdere consenso dà parte dei lavoratori del settore pubblico sanitario, e dei politici che vedono frà i loro elettori il terrore di perdere dei posti letto negli ospedali di prossimità.

Un’ulteriore reticenza al cambiamento viene  dai medici di medicina generale che rifiutano di mettersi in rete e passare alla ricetta elettronica, come viene recentemente evidenziato dà un comunicato stampa della Regione Marche Servizio Salute, questa innovazione è fondamentale per le persone con disabilità e per le loro famiglie, perché rappresenterebbe una facilitazione notevole per accedere ai servizi farmaceutici, evitando loro continui spostamenti, lunghe file, e risolvere in parte il problema della presenza negli studi medici di barriere architettoniche.

Certo per alcuni di noi allergici all’innovazione e ad internet,in una fase iniziale, potrà rappresentare un problema, ma se non sbaglio siamo in Europa e già paghiamo pesanti multe a causa del ritardo sulla digitalizzazione, e non penso potremo rimanere indietro per molto altro tempo.