“E’ certamente positivo – scrive Legambiente in una sua nota - che il Comune di Ascoli e la Restart si stiano dando da fare per reperire finanziamenti relativi alla parte pubblica dell’intervento Ascoli21, cioè al Polo Tecnologico e al Parco Urbano, con la partecipazione al progetto “Piano per le città”.
Permangono però le nostre preoccupazioni relativamente alla parte privata di tutta questa operazione, che prevede la realizzazione di ben 366.000 metri cubi di nuova edificazione, che a detta della Restart servirebbero a coprire i costi della bonifica dell’Area (35 milioni di Euro). Più volte abbiamo chiesto ai proponenti del progetto, agli architetti incaricati del nuovo Piano Regolatore e ai nostri amministratori, di ridurre sensibilmente (a meno della metà) questa quantità abnorme di nuova edificazione, ma purtroppo da questo punto di vista non ci sono state dichiarazioni rassicuranti da parte dei nostri amministratori. Speriamo di non dover ricorrere ad argomentazioni più convincenti, che potrebbero bloccare tutto il progetto. Non si riesce a capire chi, in una città a crescita zero, comprerebbe tutti questi appartamenti. Noi abbiamo dato il nostro contributo al Tavolo di Concertazione e siamo disponibili a continuare questa collaborazione, ma mettendo bene in chiaro che in quella zona non si può realizzare un nuovo quartiere con 700 nuovi appartamenti.
Nella proposta finale di Ascoli 21, contrariamente a quanto asserito, non sono state tenute in debita considerazione le indicazioni racchiuse nella proposta elaborata dalle associazioni, inoltre il progetto di Restart non è risultato convincente poiché non pone al centro della riqualificazione dell'area il Polo scientifico tecnologico, ma punta a urbanizzare un'area che ambisce a divenire sostanzialmente residenziale. Da questo punto di vista, è fondamentale il contributo della Fondazione, che potrà con cospicui finanziamenti contribuire sia al concorso di idee relativo a tutta l’area, sia contribuire ad una sostanziosa riduzione delle volumetrie abnormi proposte da Restart. Dato che, come ha affermato il Presidente della Fondazione Vincenzo Marini Marini, “La Fondazione fa speculazione tutti i giorni”, ecco arrivato il momento di ‘speculare’ per il bene della città, contribuendo ad una sostanziosa riduzione della abnorme colata di cemento che altrimenti sì abbatterebbe sulla città. Invece di acquistare appartamenti fuori Ascoli, la Fondazione potrebbe acquistare un certo numero di nuovi appartamenti realizzati nell’area in modo da destinarli alla giovani coppie che non riescono ad avere un mutuo dalla banca e ad acquistare una casa con le proprie forze. Inoltre, nel progetto di riqualificazione dell’area, si dovrebbe puntare più decisamente verso una proposta a "impatto zero", basata interamente sulle energie rinnovabili, invece di continuare a proporre impianti di cogenerazione a gas (Turbogas), che nessuno vuole nei pressi dei centri abitati. Se ci si vuole veramente avvicinare al concetto di “smart city”, bisognerebbe rendere l’area in prospettiva sostenibile ed “intelligente” sotto tutti gli aspetti, anche quello energetico.
Riteniamo inoltre che il processo di democrazia partecipata, prospettato in Ascoli 21, non possa dirsi concluso. Infatti, come riportato nel documento di ‘Progettazione Partecipata’, a pag. 2: ‘ il Forum ritiene necessario dal momento della consegna della Proposta Unica al momento della presentazione al Comune di Ascoli Piceno del progetto vero e proprio, di poter seguire lo sviluppo della progettazione e di verificare strada facendo la congruenza del progetto concreto con le proposte presentate dal Forum stesso’.”