Pesaro – Arriva la «prima trota in Europa allevata da genetica autoctona». Così l’assessore all’Ambiente Tarcisio Porto, che annuncia la semina degli esemplari mediterranei - prodotti nel centro ittiogenico di Cantiano - sabato 16 giugno, dalle ore 10, a Montefortino, nel torrente Ambro. Nella stessa giornata, la Provincia promuove alle 10.30 l’incontro relativo al progetto sulla “conservazione e gestione della trota adriatica nelle Marche”, nel santuario della Madonna dell’Ambro, all’interno del Parco dei Sibillini. All’iniziativa interverranno, oltre a Porto, il presidente del Parco e gli esperti dell’università di Perugia e dell’università Politecnica delle Marche, partner della Provincia capofila del progetto.
«Dal 1999 – spiegano dagli uffici provinciali - è stata intrapresa una ricerca riguardante molteplici aspetti della biologia della trota nel territorio marchigiano. L’iniziativa, promossa e coordinata dal docente Vincenzo Caputo (università Politecnica delle Marche), è stata pienamente sostenuta sia dal punto di vista logistico che finanziario dalla Provincia di Pesaro e Urbino. Più di recente, il progetto è stato ampliato per gli aspetti ecologici grazie al contributo di Massimo Lorenzoni (università di Perugia). I risultati ottenuti dall’analisi genetica hanno purtroppo evidenziato un’ampia diffusione della trota atlantica, frutto di decenni di ripopolamenti effettuati con esemplari domestici di origine nordeuropea. Mentre solo poche popolazioni sono riconducibili alla trota autoctona della regione adriatica del Mediterraneo (salmo cenerinus). Quest’ultime sono prevalentemente localizzate nell’area dei Sibillini. Sono dunque urgenti provvedimenti atti a tutelare questi nuclei residui, promuovendo un’adeguata strategia di conservazione, in linea con la legge regionale sulla pesca. In tal senso, la Provincia di Pesaro e Urbino, in collaborazione con il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ha intrapreso un programma di riproduzione in cattività di esemplari appartenenti alla trota autoctona, selezionati attraverso marcatori genetici messi a punto presso il laboratorio di Caputo. Scopo di questa iniziativa è di sostenere e diffondere la residua biodiversità nativa della specie con interventi di “supportive breeding”, cioè reintroduzione e ripopolamenti realizzati con individui di trota mediterranea prodotti in cattività. Un percorso di cui oggi viene dato un avvio simbolico con il rilascio di alcune “rotelle” nate nel centro ittiogenico della Provincia di Pesaro e Urbino, per il ripristino di popolazioni di trota in equilibrio con l’ambiente appenninico».