Lottizzazione Giorgini a Piediripa, il TAR respinge il ricorso

Lottizzazione Giorgini a Piediripa, il TAR respinge il ricorso

Legambiente, ora censimento dello stato delle lottizzazioni già approvate

Dopo una battaglia durata molti anni, se si aggiune alla richiesta di Giorgini anche quella precedente della ditta ORIM, si chiude un capitolo importante della recente storia urbanistica del Comune capoluogo.
Un capitolo che ha visto in prima fila, schierati contro un' ulteriore ed ingiustifilabile sottrazione di suolo a Piediripa, i cittadini, le associazioni, il Comitato appositamente nato, le liste civiche cittadine e che ha trovato, questa volta, nel Sindaco Carancini, nella sua giunta ma anche, stavolta, in tutto il Consiglio Comunale, un interlocutore capace di ascoltare e di rispettare gli impegni presi da tutti i candidati sindaci durante la campagna elettorale.
Si tratta quindi di una vittoria della città.
Qualunque persona di buon senso capisce che, prima di autorizzare la sottrazione di ulteriori 7 ettari di suolo agricolo alla sua naturale destinazione agricola per mezzo di una variante puntuale per realizzarvi un'area con 3 destinazioni (commerciale, industriale e direzionale), una buona amministrazione avrebbe atteso almeno l' attuazione avanzata della limitrofa lottizzazione Valleverde (40 ettari) che, invece, è ancora in alto mare dopo 8 anni dalla sua approvazione, complice – ma solo in parte – l'attuale ciclo economico recessivo.
Inoltre, anche chi non ha conoscenze amministrative particolari comprende che tutta l'area di Piediripa rischiava di trasformarsi alla lunga in un grande imbuto di traffico perchè alla più che capiente viabilità interna alla Lottizzazione Valleverde corrisponde una viabilità di ingresso ed uscita evidentemente inadeguata.
Né, d'altro canto, possiamo  continuare a pensare la mobilità solamente in termini di trasporto privato e di automobile.
Dev' essere chiaro a tutti, però, che Legambiente non ha nulla contro l'impresa Giorgini e che, anzi, giudica meritevole di attenzione la sua richiesta di trasferimento da un'area ritenuta inadeguata verso un nuovo sito industriale.
Certo, in un momento come questo richiedere di passare da 5.000 metri di destinazione industriale a 70.000 metri con destinazione plurima, può suscitare qualche perplessità sulla fondatezza del  progetto, anche la occupazione interna non sarebbe cresciuta di molto.

Legambiente plaude a questa importante vittoria del territorio e chiede che si avvii subito un censimento approfondito dello stato di attuazione delle lottizzazioni sinora approvate, consideranto anche le aree dismesse e le superfici industriali sottoutilizzate.
Per Legambiente la centralità dovrà essere una politica di  “sistema” agro-storico-ambientale imperniato su San Claudio e sui resti romani della vicina Cluentia, da riportare alla luce.
Solo così si potrà avere la meglio sulle le mire espansionistiche di altri illustri lottizzatori sempre in agguato, ai quali sfugge, o forse nulla importa, che dalla nascita del “percorso” delle Abbazie, un domani prolungabile sino all'Abbadia di Fiastra ed Urbs Salvia, sarà possibile valorizzare al tempo stesso territorio,  agricoltura di qualità e patrimonio storico-culturale.
Attorno all'asse di un simile sistema si può creare nuova e buona occupazione, sviluppo e nuova coesione sociale.

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