Sisma in Emilia, il presidente Ricci scrive a Monti

Sisma in Emilia, il presidente Ricci scrive a Monti

«Finanziare il fondo della protezione civile con patrimoniale o prelievo sui capitali scudati»

Pesaro - Finanziare il fondo nazionale della protezione civile «non con la tassa della disgrazia, ma con la patrimoniale o un prelievo aggiuntivo sui capitali scudati rientrati dall’estero». Ribadisce la solidarietà all’Emilia Romagna, Matteo Ricci e dopo avere dato «la disponibilità, se richiesto, a inviare tecnici e mezzi nei luoghi colpiti dal sisma», scrive al presidente del consiglio Mario Monti. Tornando, tra l’altro, sulla tassa della disgrazia. Si legge nel testo indirizzato al premier: «Anche il recente terremoto che ha coinvolto l’Emilia Romagna e le regioni limitrofe dimostra la necessità inderogabile che nel nostro Paese si mantenga un’ampia solidarietà nazionale. Non è pensabile, né tantomeno possibile, lasciare i territori abbandonati al proprio destino dopo eventi tragici e luttuosi. Quando un territorio subisce una calamità naturale, deve scattare un meccanismo di solidarietà nazionale, altrimenti il Paese non sta insieme. Così è oggi per l’Emilia e così deve essere per i danni che le Marche e la Romagna hanno subito nel terremoto bianco dello scorso febbraio». Perciò, Ricci auspica che «il consiglio dei ministri stanzi, per questi nefasti avvenimenti, le risorse necessarie a ripristinare, quantomeno, i danni subiti». Ma il presidente della Provincia specifica: «Ritengo, tuttavia, che le risorse non possano essere trovati attraverso marchingegni non solidali e ingiusti come la famigerata “tassa della disgrazia”». E dunque propone altre strade: «Patrimoniale sui grandi patrimoni o tassazione seria ed equa sui capitali scudati rientrati dall’estero». Proprio sabato scorso, Ricci ha incontrato il capo della protezione civile Franco Gabrielli, a Pesaro per un convegno. «Mi ha detto che la protezione civile ha piani e programmi per le emergenze, ma non ha i fondi per il dopo emergenza. Noi proponiamo queste vie: chi ha di più, dia di più».

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