Questa fase di discussione è centrale rispetto alla riforma socio sanitaria in atto, poiché vede trasformarsi gli innumerevoli e condivisibili principi elencati nel piano socio sanitario in scelte da effettuare nelle aree vaste e quindi negli ospedali e nelle strutture sanitarie presenti". Così una nota dei consiglieri Giulio Natali, Elisabetta Foschi, Francesco Acquaroli, Giovanni Zinni.
"Questo atteggiamento, non solo evidenzia una visione dispotica, ma è anche la dimostrazione evidente che i nostri timori erano fondati e che dietro a quella enunciazione di principi condivisibili si nasconde invece una volontà politica profondamente differente e contrapposta all'interesse dei cittadini marchigiani. Particolarmente preoccupante però è il fatto che, mentre i Consiglieri regionali ancora non hanno a disposizione alcun documento a riguardo, sui giornali e in altre sedi sembrerebbe ben avviato il confronto su dati certi e precisi e quindi il ritardo, che di per se è già grave, si somma alla mancata comunicazione dei documenti e quindi alla conseguente esclusione di tutta la minoranza da questo importantissimo dibattito.
La violazione delle procedure e la mancanza del rispetto istituzionale, la lesione del ruolo dei Consiglieri regionali e l'ostacolo allo svolgimento delle funzioni stesse in una materia così delicata sono fatti gravi che rischiano di pregiudicare anche i rapporti di collaborazione costruttiva instaurati in Consiglio. Chiediamo che venga subito ripristinata la normalità, e per questo ci appelliamo al Presidente Solazzi affinchè si adoperi in tale direzione, al fine di ricucire lo strappo istituzionale e ricreare le condizioni per un confronto leale e nel rispetto dei ruoli.
La gestione della sanità regionale e la sua riforma vengono trattate in maniera esclusiva dalla Giunta e dai vertici Asur. Si continua a parlare di modello Marche e di come la sanità ne rappresenti il vanto; in realtà quello che sta avvenendo nella nostra Regione non può essere di modello a nessuno sia per l’impoverimento che subiranno i territori e l’azzeramento di tante eccellenze, sia per l’ingombrante politicizzazione della materia che non dovrebbe, invece, rispondere a logiche di partito".