Il contesto migratorio italiano e regionale

Il contesto migratorio italiano e regionale

Ancona - Il contesto migratorio italiano e regionale, i problemi di salute e le modalità per garantire assistenza sanitaria agli immigrati secondo i dettami costituzionali e i principi ispiratori del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale: questi i temi affrontati al convegno “L’assistenza sanitaria alla popolazione immigrata. Il diritto alla salute, un diritto per tutti”.

Organizzato dall’osservatorio sulle Diseguaglianze nella salute dell’Agenzia Regionale Sanitaria delle Marche, l’incontro - svolto venerdì scorso ad Ancona nella Facoltà di Medicina – ha visto grande l’affluenza,  più di 250 presenze, tra operatori sanitari delle Aziende sanitarie, dei servizi sociali, delle Questure e Prefetture, di associazioni no profit  e di immigrati.

Fornire risposte per garantire la reale tutela del diritto alla salute degli immigrati è sempre stato l’obiettivo delle politiche regionali, hanno specificato i rappresentanti dell’assessorato alla Salute.  Attuando il nuovo Piano sanitario 2012-2014, si tratta di proseguire le azioni intraprese, tra cui la formazione continua degli operatori, il potenziamento del lavoro in rete anche per superare le difformità esistenti nel territorio regionale, migliorare l’assistenza di base anche pediatrica, impiegare al meglio la mediazione interculturale, specie nell’area materno infantile.

“In Italia gli immigrati sono circa 5 milioni e apportano l’11% del PIL - ha evidenziato Salvatore Geraci, della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni - rappresentano  quindi un’importante risorsa per l’Europa e l’Unione Europea ne ha bisogno per lo sviluppo demografico ed economico”.

Patrizia Carletti, dell’Osservatorio sulle Diseguaglianze nella salute dell’ARS Marche, ha presentato i dati epidemiologici da cui si evidenzia che gli immigrati hanno un profilo di salute peggiore degli italiani e che vi sono maggiori difficoltà di accesso ai servizi e alle cure. “L’equità - ha detto - è un obiettivo del SSN e dei SSR ed il miglioramento dei servizi per i gruppi più vulnerabili ha ricadute positive su tutti i cittadini. Proprio in un momento di crisi come questo non possiamo permetterci di lasciare ancora più indietro chi è già indietro il che comporterebbe ulteriori costi. La vera innovazione è cogliere tutti i punti di vista, valorizzare le energie e le risorse dei nuovi cittadini e lavorare per progetti comuni”.

Maria Letizia Lorenzini, dell’Assessorato alla Salute della Regione Lazio, ha poi illustrato il contenuto del documento nazionale le “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniere da parte delle Regioni e Province Autonome” del Tavolo nazionale “Immigrati e servizi sanitari” coordinato dalla Regione Marche e recentemente approvato dalla Conferenza delle Regioni. Il documento è l’unico disponibile per guidare le Regioni alla corretta applicazione della normativa sulla erogazione dell’assistenza sanitaria agli stranieri, extra-comunitari e comunitari, presenti in Italia.

Dalla tavola rotonda sono emerse proposte come la necessità di individuare interventi per l’integrazione dei profughi, garantire l’assistenza sanitaria ai detenuti, proseguire con la formazione degli operatori sociali e sanitari per rendere i servizi “più competenti” nell’affrontare l’utenza straniera, intraprendere azioni per migliorare l’informazione rivolta agli immigrati, impiegare in modo stabile i servizi per  la mediazione interculturale, migliorare il lavoro in rete.