Distretti rurali e agroalimentari, ok alla legge

Distretti rurali e agroalimentari, ok alla legge

Ancona - Promuovere lo sviluppo rurale, valorizzare le risorse naturali, sociali, economiche dei territori, facilitare l’integrazione tra i diversi settori economici e tra le filiere agroalimentari, garantire la sostenibilità ambientale. Queste le finalità principali cui si ispira la legge, sui distretti agroalimentari e rurali di qualità, approvata oggi (19 aprile) dalla Commissione Attività produttive della Regione Marche.
Presieduta dal Fabio Badiali, la Commissione ha dato l’ok alla nuova normativa che riconosce i sistemi produttivi sulla base di requisiti precisi che saranno ora individuati da un regolamento della Giunta regionale. I distretti potranno essere costituiti con la partecipazione di soggetti pubblici e privati nelle forme societarie e associative previste dal codice civile. I distretti rurali sono quei sistemi territoriali contraddistinti da obiettivi di sviluppo condivisi derivanti dall’integrazione tra attività agricole e attività locali, nonché dalla produzione di beni e servizi di particolare specificità coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e culturali. I distretti agroalimentari di qualità sono invece quei sistemi contraddistinti dalla presenza di imprese organizzate in una o più filiere agroalimentari, dedicate a produzioni di qualità riconosciute dalla legge.
Nel corso della riunione la Commissione ha anche dato il via libera alla proposta di legge  di modifica alla legge regionale 2 del 2005 sulle norme per l’occupazione e la tutela della qualità del lavoro. L’atto disciplina i profili formativi dei contratti di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale; l’offerta formativa pubblica interna o esterna all’azienda, integrativa della formazione professionalizzante e di mestiere; i profili formativi e la durata dell’apprendistato per attività di ricerca, per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione. Principi che saranno attuati in accordo con le associazioni dei datori di lavoro più rappresentative sul piano nazionale, le università, gli istituti tecnici e professionali e le altre istituzioni formative della regione.