L’incontro organizzato dalla Confservizi Cispel Marche ha visto la partecipazione di amministratori e cittadini, nonché la presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale alle Risorse idriche, Sandro Donati che ha aperto i lavori e del vice presidente della giunta, Paolo Petrini che ha fatto le conclusioni del convegno.
Il tema dell’acqua sarà uno dei temi su cui, a livello mondiale, avverranno i confronti più serrati. Non solo. Dai dati emersi risulta che la nostra regione per la prossima estate potrà avere alcune difficoltà in quanto sono scarsi gli approvvigionamenti idrici a causa della scarsità di piogge cadute. Per difendere questo bene comune è necessario mettere attenzione alle politiche da porre in essere per dare il giusto riconoscimento ad una delle risorse più importanti del pianeta. Il rischio è che nel 2020, quando la popolazione mondiale sarà di circa 8 miliardi di esseri umani, il numero delle persone senza accesso all'acqua potabile arrivi a più di 3 miliardi. La Regione Marche riconosce l’acqua quale patrimonio dell’umanità da tutelare, bene pubblico primario, essenziale ed indispensabile per la vita. Naturalmente, riconoscere il diritto all’acqua come bene comune, implica un’assunzione di responsabilità verso la sua tutela, nelle tante forme che questa può assumere.
“Risultato importantissimo in questi ultimi anni di governo regionale – ha detto Donati nel portare i saluti della giunta - è stata l’approvazione del Piano di tutela delle acque. Ora si pone il problema dell’attuazione. Abbiamo in questo caso dimostrato di saper accogliere anche modifiche importanti, pur di riuscire a far convergere quanti più soggetti possibili nell’attuazione del Piano. E’ certo che anche per ottenere il massimo risultato in questo settore sono importanti le risorse che la Regione potrà mettere in campo. Diventa ancora più urgente continuare nello sforzo per la messa a norma degli impianti e delle reti relativi alle acque reflue. Nell’ottica del risparmio e dell’efficienza è necessario ottimizzare lo sfruttamento della risorsa idrica, incentivando le forme di riutilizzo delle acque trattate”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Petrini che nel chiudere i lavori del convegno ha sottolineato che “la problematica non è tanto la capacità tecnica di gestire le acque quanto gli investimenti necessari per realizzare nuove reti idriche perché quelle esistenti ormai obsolete. Per trovare le risorse necessarie è opportuno, però, creare un’aggregazione tra i gestori in quanto ci sono società di servizi che contengono dei margini operativi più alti rispetto ad altre e quindi con una capacità di autofinanziamento utile per gestire in maniera virtuale il ciclo delle acque”.
“Naturalmente – ha concluso il vice presidente – la Regione si muoverà sulla necessità di rivedere le funzioni delle società di gestione servizi pubblici in particolare quelle che si occupano del servizio idrico”.