L'associazione segnala la cancellazione dello svincolo per il centro e la mancanza di collegamenti per le imprese del territorio
La denuncia della CNA è forte. “Non si può isolare un intero territorio comunale con decine di attività artigianali e commerciali per scelte incomprensibili. “Il progetto dell’Anas con l’idea di cancellare l’uscita di Gradara e di costruire un mega svincolo con ponti e rampe che costringerà gli automobilisti a fare un vero e proprio giro dell’oca per poter raggiungere Gradara, è semplicemente folle - dice il presidente della CNA di Gabicce Mare, Alceo Ugoccioni - per molte ragioni. Innanzitutto per l’impatto ambientale che avrà. Nella Valle del Castello di Gradara costruire un mega ponte di dieci metri di altezza con rampe e vie d’accesso stile Los Angeles non ci pare compatibile con il buon gusto e soprattutto con il buon senso ed il rispetto del territorio. Inoltre di questi tempi ci pare un’impresa faraonica dai costi ingiustificati anche alla luce dell’alternativa che hanno posto le amministrazioni locali all’Anas, ovvero quello di realizzare una semplice rotatoria”.
“Con qualche centinaio di migliaio di euro - sostiene il coordinatore della CNA pesarese, Moreno Bordoni - si potrebbero risparmiare almeno 3milioni di euro (tanto costerebbe il ponte con le relative opere) realizzando una semplice rotatoria che avrebbe un ridottissimo impatto ambientale e che risolverebbe presto ed in maniera efficace il problema dello svincolo per Gradara”.
“L’attuale fase di stallo (la questione è ferma alla direzione generale dell’Anas), non fa che allungare in maniera preoccupante i tempi e Gradara rischia di presentarsi alla prossima stagione turistica ancora isolata. Attualmente il centro è raggiungibile solo dallo svincolo della SS16 all’altezza di Colombarone, unica via di accesso al paese di Paolo e Francesca”.
“Una situazione – conclude il direttivo della CNA – che sta diventando insostenibile e per la quale chiediamo un intervento urgente delle istituzioni locali e dei parlamentari presso la direzione generale dell’Anas per cercare di sbloccare l’attuale fase di stallo e scongiurare scelte insostenibili dal punto di vista ambientale ed assai discutibili sul piano dell’efficacia e dei costi alla collettività”.