I sostanziali indizi della macroscopica evasione preliminarmente acquisiti sul conto dell’imprenditore, rappresentante legale di una società di capitali della riviera, risultato “evasore paratotale”, sono stati individuati nell’ambito delle consuete attività di intelligence espletate dal Corpo e, oltre a circoscrivere nel dettaglio la frode, hanno consentito, attraverso l’esecuzione di una verifica fiscale, di segnalare all’Agenzia delle Entrate, per l’assoggettamento a tassazione e l’applicazione delle connesse sanzioni di carattere amministrativo, l’ingente massa impositiva occultata nei diversi anni di esercizio dell’attività, che determinerà una concreta e consistente entrata nelle casse dello Stato anche in virtù dell’ulteriore iniziativa, già attuata dalle stesse Fiamme Gialle, relativa all’applicazione delle misure cautelari previste dal Decreto Legislativo n. 472 del 1997, volte, infatti, a garantire il debito maturato dall’imprenditore nei confronti dell’Erario.
Nello specifico, le Fiamme Gialle hanno constatato l’occultamento di ricavi per euro 3.120.000, l’indebita deduzione di costi per 450.000 euro, l’omesso di versamento di ritenute per 100.000 euro e violazioni all’IVA 1.110.000 euro, cui si aggiungono i 2.100.000 euro individuati quale base imponibile sottratta ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive.
L’imprenditore è stato quindi deferito all’Autorità Giudiziaria per la duplice sussistenza degli illeciti di carattere penale contemplati dal Decreto Legislativo n. 74/2000, di cui agli articoli 4 “Dichiarazione infedele” e 10-ter “Omesso versamento dell'imposta sul valore aggiunto”