Il prodotto biologico nella ristorazione collettiva

Il prodotto biologico nella ristorazione collettiva

La Regione Marche sin dal 1997 si è dotata di una legge per il biologico nelle mense scolastiche

 

 Per conseguire questi obiettivi è fondamentale però che gli agricoltori rimangano in campagna e producano un reddito sufficiente. I contributi della politica agricola non bastano da soli, c’è bisogno anche di un sostegno agli agricoltori fatto di promozione commerciale basata su prodotti freschi, biologici, del territorio ad uso della ristorazione collettiva e di quella privata. La Regione Marche sin dal 1997 si è dotata di una legge per il biologico nelle mense scolastiche, con buoni risultati. Oggi occorre andare oltre, prendendo spunto anche dalle esperienze di altri territori. C’è la possibilità di integrare la strategia di promozione del biologico con il largo paniere ormai disponibile di prodotti a marchio QM, la qualità garantita dalle Marche. Utile è anche la strada dei capitolati d’appalto, fatti nel rispetto delle norme vigenti, che privilegino le produzioni di qualità. Occorre infine lavorare sull’aspetto culturale, divulgando consapevolezza su nuovi modelli di consumo e importanza dell’alimentazione”. Paolo Petrini, vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Marche, ha aperto così i lavori dell’incontro di oggi, tenuto in Regione, sul tema  “Il prodotto biologico nella ristorazione collettiva. Qualità, economia, logistica e salute”. Una giornata dedicata al prodotto biologico nella ristorazione collettiva a conclusione del ciclo di incontri tenuti sul territorio. Vi hanno preso parte, con contributi e relazioni tecniche, Paola Trionfi dell’Aiab – Associazione italiana agricoltura biologica – Andrea Ivaldi della Risteco France, Emilio Chiodi dell’Università di Teramo, Angelo Risi, dell’Asl di Asti, Giovanna Ruo Berchera, consulente gastronomica. Ha moderato gli interventi Rita Rognoli di Techland.
 
Durante l’incontro sono affrontati temi come logistica degli approvvigionamenti, la qualità del prodotto biologico e dell'alimentazione, le gare d'appalto e l'applicazione dei Green Public Procurement, la ricaduta economica sul territorio locale della scelta di fare filiera corta.
Spazio alle esperienze in corso: come quella dell'ospedale Cardinal Massaia di Asti che da circa cinque anni sta portando avanti la filiera locale per le forniture ospedaliere. La Regione Marche ha affidato con bando alla 'ATI AIAB Marche Risteco France' il programma che e` stato finanziato con fondi ministeriali del Piano Nazionale Agricoltura Biologica.
 
Nonostante le difficoltà economiche, il biologico marchigiano è in buona salute, in base agli ultimi dati sono presenti circa 2300 produttori per circa 57mila ettari coltivati. I settori maggiormente importanti per ettari dedicati sono cereali, 10.700 ettari, vite, 3.300, ortaggi, 2.700.
Cinque milioni e mezzo di italiani consumano bio ogni giorno. Il fatturato giornaliero nazionale della ristorazione collettiva biologica è di circa 1,6 milioni di euro.