E’ il primo di cinque volumi, uno per ogni provincia, cominciando dalla provincia di Macerata, voluto dalla Regione Marche, Assessorato all’Industria, Artigianato e Attività produttive. Le protagoniste sono alcune fra le più capaci imprenditrici marchigiane: Alessia Fabi, Cinzia Pennesi, Emilia Torresi, Fiorella Tombolini, Lara Sagripanti, Lucia Dignani, Luisa Mirella Bruni, Manila Marinucci, Maria Toni, Monia Bianchi, Nadia Ercoli, Orietta Varnelli, Rosaria Ercoli, Simona Baldoncini, Simona Reschini, Stefania Bravi, Tania Pieroni.
A parlare di “Diario Pubblico” è stato l’assessore Sara Giannini: “E’ particolarmente interessante il progetto di realizzare cinque libri, uno per ogni provincia marchigiana, che renda ragione e racconti il sapere vissuto, l’esperienza viva delle donne imprenditrici. Le donne sono particolarmente adatte ad affrontare le sfide e le sollecitazioni della mutevole e complessa realtà contemporanea. In loro è evidente un differente approccio al reale. Uno degli indici di successo è la passione per il proprio lavoro, la capacità di stabilire un clima armonico con i propri collaboratori e l’orientamento alla soddisfazione dei bisogni dei clienti”.
Originale pubblicazione, a metà fra la biografia e la storia di impresa, che sarà poi al centro dell’incontro di giovedì 29 marzo alle 18, al Dipartimento di Filosofia dell’Università di Macerata, e il cui titolo è già un provocatorio ossimoro: “Può un diario diventare testo sociale?”. L’obiettivo è, a questo proposito, quello di rendere visibile il lavoro e la bellezza di alcune esperienze imprenditoriali, biografie di impresa, che hanno il crisma dell’esemplarità.
“Il mondo dell’impresa – ha continuato Giannini - mi è vicino e familiare. Sono nata in un distretto in cui l’intraprendere era ed è una propensione naturale. In ogni garage, in ogni porta si cela un’azienda, un’attività. In questa galassia di attività, si assiste spesso al lavoro silenzioso e poco visibile delle donne anche di coloro che rivestono posizioni apicali. Non amano la pubblicità, non amano l’esposizione nei mezzi di comunicazione, tendono a minimizzare l’importanza e l’efficacia del proprio lavoro. Ma hanno un dovere sociale, quello di trasmettere il loro sapere, il loro esempio”.
L’ideatrice della pubblicazione è Oriana Salvucci che definisce “Diario Pubblico” un lavoro a più mani e a più voci e un’esperienza entusiasmante “perché – ha detto - raccontando loro ho raccontato tanto di me. Attraverso la loro esperienza ho capito come l’intraprendere sia spesso ‘un correre l’avventura’, uno spazio aperto sulle possibilità, un luogo di invenzione del proprio destino. E vi è una differenza nell’intraprendere al femminile, tutta da scoprire leggendo il libro”.