Incidenti provocati dai cinghiali, interviene la Provincia di Macerata

Incidenti provocati dai cinghiali, interviene la Provincia di Macerata

Da anni è fortemente impegnata per il contrasto e la limitazione del fenomeno

 

La giurisprudenza non è affatto univoca in materia: esistono autorevoli pronunce diversamente orientate e che individuano perlopiù una responsabilità regionale. La Provincia di Macerata, che da anni è fortemente impegnata per il contrasto e la limitazione del fenomeno degli incidenti stradali causati da animali selvatici, interviene con la nota che segue per chiarire, anche in relazione a recenti articoli di stampa, la propria azione ed il proprio operato.
 
“In primo luogo – ricorda l’Amministrazione provinciale – è stata attuata un’attività di prevenzione attraverso la campagna d’informazione sul genere delle esperienze adottate con simili modalità da altre Regioni come la Lombardia e altre Province, ad esempio Torino.
E’ evidente che la Provincia ha operato nella gestione della fauna compatibilmente con i fondi regionali disponibili negli anni sempre decrescenti e per lo specifico scopo erogati in una sola occasione, in presenza di un quadro normativo necessariamente complesso che consente la gestione della fauna e in particolare l’attività di controllo (abbattimenti) solo a determinate condizioni. Sin dal 2009 il territorio provinciale è stato suddiviso in tre fasce, ai fini delle gestione della fauna selvatica: l’area di eradicazione (bassa collina e costiera ), l’area di controllo (media collina) e l’area di conservazione (zona montana). Ogni area è stata, a sua volta, suddivisa in distretti  di gestione dove operano unità costituite da squadre di cacciatori abilitati.
Circa i mezzi di contrasto è stata installata segnaletica di pericolo e dissuasori (dispositivi in grado di scoraggiare l’attraversamento dell’animale) che sono stati apposti nelle strade più a rischio e poi estesi progressivamente a più tratte stradali.
Tale attività, per la quale la Provincia ha faticosamente riservato un apposito fondo in bilancio,  è tuttora in corso e si sta studiando la possibilità di attuare altri mezzi di contrasto, atteso che l’installazione di guardrail, alla luce delle esperienze di altri enti, si è rivelata inadeguata allo scopo.
Emerge pertanto che l’azione della Provincia non possa che continuare sui binari già tracciati e sicuramente perfezionata e rafforzata per quanto possibile, tenendo tuttavia presente la necessità del contemperamento degli interessi dei cittadini, del mondo venatorio agricolo e ambientale e avuto riguardo che Regioni come la Toscana e l’Emilia-Romagna, all’avanguardia in materia, governano similmente il problema pur essendo ben lungi dall’averlo definitivamente risolto”.

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