Un intero sistema produttivo di PMI, quello delle costruzioni, è in agonia, nel silenzio e nell'indifferenza delle istituzioni e della politica. Dall'inizio della crisi si sono persi nelle Marche oltre 6.000 posti di lavoro e 1.000 imprese, senza contare l'indotto (arredi, semilavorati, impiantistica, professioni) e il fenomeno sta accelerando. Oltre alla esplosione della Cassa integrazione, la crisi sta producendo più illegalità e più lavoro nero.
Lo sblocco dei pagamenti e la revisione del Patto di Stabilità interno sono delle priorità. Non pagando i debiti si calpestano i diritti delle imprese e dei professionisti, che sono costretti ad indebitarsi ad interessi altissimi presso le banche.
L'indiscriminata stretta creditizia (credit crunch) sta riducendo allo stremo gli operatori. Occorrono subito misure per ridare liquidità al comparto dell'edilizia e spingere le banche, che hanno ricevuto sufficiente liquidità dalla BCE, a finanziare a tassi praticabili il sistema delle imprese e dei professionisti, ma anche le famiglie per l'acquisto della casa.
Negli ultimi quattro anni c’è stato un taglio di oltre il 40% degli investimenti in opere piccole e medie pubbliche nelle Marche. Anche le gare di ingegneria e architettura, sono in forte calo (29,5% solo negli ultimi tre mesi). Le aggiudicazioni poi avvengono con fortissimi ribassi a scapito di qualità e sicurezza.
Semplificazione burocratica incentivi e abbattimento degli oneri per rilanciare l’edilizia privata. Le complicazioni della burocrazia continuano a frenare le iniziative private, impedendo o ritardando di anni investimenti che sarebbero preziosi in funzione anticrisi.
Ance Ascoli Piceno sta affrontando da tempo queste problematiche coinvolgendo le istituzioni e gli istituti di credito che operano nel territorio piceno.
“Abbiamo avviato - dice Francesco Gaspari, presidente Ance Ascoli Piceno - una serie di incontri con i sindaci del Piceno. Gli incontri con i sindaci di Ascoli e San Benedetto sono stati proficui. Partendo dall'esame della programmazione economica dei piani triennali delle opere pubbliche dei comuni del territorio, circa 100 milioni di euro di investimenti previsti nei prossimi tre anni, stiamo sensibilizzando le stazioni appaltanti del territorio affinché sia estesa a tutte le licitazioni “sotto la soglia di 1 milione di euro” la procedura della licitazione semplificata che coinvolga nelle procedure d'appalto tutte le imprese locali, al fine di consentire alle nostre piccole e medie imprese di lavorare e garantire il mantenimento dei livelli occupazionali”.
Parallelamente la sezione provinciale dell’ANCE intende sollecitare le banche a tornare a finanziare lo sviluppo. "Vogliamo creare assieme a imprese, sindacati e associazioni categoria – continua Gaspari- un tavolo di confronto con tutti gli istituti di credito che operano nel territorio. Il ruolo dell'edilizia è centrale per creare sviluppo e buona occupazione perché le costruzioni costituiscono un volano virtuoso per tutta l'economia picena”.
Questa manifestazione unitaria – conclude Francesco Gaspari – è un momento importante di crescita e allo stesso tempo un segnale di quanto grave sia il momento per il nostro comparto”.
Le richieste e le proposte del comparto edilizia sono:
sblocco immediato dei pagamenti; radicale revisione del Patto di Stabilità e riproposizione della sua regionalizzazione; istituzione di un fondo che anticipi e garantisca i pagamenti.
superamento della stretta del credito, individuando ogni meccanismo che spinga le banche a finanziare l'economia reale a tassi di interesse praticabili.
rilancio degli investimenti per le opere infrastrutturali indispensabili per la ripresa dello sviluppo economico del territorio (quadrilatero piceno aprutina, porto di san benedetto, valorizzazione delle risorse ambientali dell’entroterra) che ottimizzi l’impiego delle risorse disponibili e attivi concretamente il partenariato pubblico-privato.
tutela del lavoro, ulteriori ammortizzatori sociali in deroga e applicazione dell'intesa 31.3.2009 Regione – Banche – Organizzazioni Sindacali, sui tempi di erogazione della Cassa Integrazione.
un piano casa 3 per rilanciare la riqualificazione urbana, con superamento del Protocollo ITACA e riduzione del 50% degli oneri dovuti ai Comuni.
impedire il raddoppio degli oneri di urbanizzazione, destinando i proventi a finanziare lavori di difesa del territorio; messa in sicurezza ed efficientamento energetico del patrimonio; manutenzione e recupero urbano.
disapplicazione, da parte dei comuni, della nuova IMU sugli immobili invenduti delle imprese perché ciò vuol dire tassare il loro "magazzino”.
attivare fondi per politiche di housing sociale.
accelerare le gare di opere pubbliche piccole e medie e immediato utilizzo delle risorse disponibili, con la "procedura negoziata" ad invito diretto e per gli importi più alti con il metodo dell'offerta economicamente più vantaggiosa:
escludere le offerte anomale per contrastare fenomeni di irregolarità del lavoro e premiare qualità e sicurezza.
L'istituzione di una Stazione Unica Appaltante a livello regionale.
semplificare le pratiche urbanistico-edilizie, riducendo i tempi per imprese, professionisti e cittadini.