Nella regione Marche ci sono stati 6.526 infortuni denunciati di cui 745 nella nostra provincia e 476 in quella fermana.
Le donne sono circa il 40% dell’occupazione totale presente nel Paese ma hanno infortuni maggiori di quelli degli uomini
I dati mostrano un netto calo rispetto all’anno precedente frutto del’effetto concatenato di più azioni: applicazione delle norme, maggiore informazione e formazione, accordi sindacali, controlli ma maggiormente per effetto della crisi che ha ridotto sensibilmente le possibilità occupazionali ed un ampio ricorso alla cassa integrazione.
Per nostra fortuna non si è verificato per nostra fortuna nessun incidente mortale.
Dei 745 denunciati casi 78 sono di imprese artigiane, 582 di imprese non artigiane e 85 di attività non classificabili.
La fascia di età più colpita nella provincia picena è quella tra 18/34 anni con 217 casi e di 313 casi in quella tra 35 e 49 anni.
Circa gli agenti materiali degli infortuni i casi maggiori si hanno per ambiente di lavoro (197), mezzi di trasporto (124), mezzi di sollevamento e trasporto (133), superfici di transito (143) mentre i non classificabili sono stati 283.
Nonostante la diminuzione alto resta il rischio da infortunio in itinere con 195 casi.
104 sono stati gli infortuni denunciati all’INAIL da parte di lavoratrici straniere. Con questa ricognizione, come nel passato, CGIL CISL UIL di Ascoli Piceno, vogliono evidenziare come la sicurezza sul lavoro non è una questione di genere. Le problematiche legate alla tutela della salute delle donne lavoratrici e alle condizioni delle donne infortunate sono una nostra priorità. La donna paga il fatto che ha il suo duplice ruolo di lavoratrice e responsabile della gestione familiare, cioè deve svolgere due lavori veri e propri.
E’ evidente che occorre da parte degli enti locali e delle imprese una maggiore collaborazione con il sindacato per una migliore ottimizzazione dei servizi oltre ad azioni di monitoraggio per meglio individuare i rischi di maggior rilevanza.
A nostro avviso inoltre per la tutela di genere per i rischi professionali è necessario anche un ruolo più incisivo dei vari consiglieri di parità esistenti nella provincia e nei comuni. L’8 marzo non sono solo mimose, momento certamente di festa, ma anche di riflessione per determinare azioni migliori di tutela.