“L’art. 54 del D.L.vo 28/8/2000 n.274 – sottolinea il sindaco Castelli – prevede che il giudice possa applicare, su richiesta dell’imputato, la pena del lavoro di pubblica utilità che consiste nella prestazione di attività non retribuita in favore della collettività con l’obiettivo di rieducare il condannato e di ripristinare il valore educativo della pena. Con questa convenzione ribadiamo il concetto di Comune come ente a supporto del territorio e della collettività e, in maniera concreta, diamo una ulteriore prova di sensibilità”.
La convenzione che avrà la durata di due anni, interesserà quattro condannati alla pena alternativa del lavoro di pubblica utilità e che spazia da prestazioni di lavoro a favore di organizzazioni di assistenza sociale o volontariato che operino, in particolare, nei confronti di tossicodipendenti, portatori di handicap,malati, anziani o minori, per finalità di protezione civile, tutela del patrimonio ambientale e culturale (compresa la collaborazione ad opere di prevenzione incendi,di salvaguardia del patrimonio boschivo e forestale e di custodia di musei,gallerie o pinacoteche. Ed ancora in opere di tutela della flora e della fauna e di prevenzione del randagismo degli animali oppure nella manutenzione e nel decoro di beni del patrimonio pubblico come giardini e parchi o pertinenti la specifica professionalità del condannato.
Già lo scorso mese di novembre il Comune aveva promosso una Giornata Ecologica con tre detenuti del carcere di Marino del Tronto impegnati, per un giorno, come operatori ecologici.
“Un’iniziativa – ricorda il primo cittadino ascolano – che fu molto apprezzata dagli ascolani perché basata su due principi fondamentali: primo, nelle carceri vi sono risorse umane che dobbiamo riconoscere e attivare nel modo giusto e secondo, l’autentico recupero delle persone che hanno sbagliato si può attuare solo all’interno della società e non tramite l’isolamento”.