Partendo dai dati positivi si ricorda che si è allineata dal 2010 la legislazione nazionale a quella europea e non ci sono stati in questa ultima stagione venatoria i temuti blitz in Parlamento per stravolgere e peggiorare la legge 157/92, anche grazie all’attenta azione di monitoraggio e pressione svolta dalle associazioni ambientaliste.
Di contro nelle Marche continuano ad esserci alcuni aspetti negativi: un calendario pluriennale che non consente di adeguare il prelievo al mutare dello status delle popolazioni e l’ l’approvazione del Calendario venatorio con legge regionale invece che con provvedimento amministrativo, come invece prescrive la legge. Questa scelta illegittima è dettata anche dall’intento di precludere alle Associazioni le impugnazioni ai Tribunali amministrativi regionali, perché le leggi regionali possono essere solo impugnate dal Governo alla Corte Costituzionale.
Nel mese di Settembre il WWF fa un esposto al Governo con richiesta di impugnazione alla Corte Costituzionale che ottiene. La legge viene impugnata e sono molto interessanti le motivazioni dell’impugnazione:” (…) la Corte costituzionale ha riconosciuto l'esistenza di limiti alla competenza regionale, ritenendo che la tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, di competenza esclusiva statale, debba essere considerata un valore costituzionalmente protetto in relazione al quale si rinviene l'esigenza insopprimibile di garantire su tutto il territorio nazionale soglie di protezione della fauna che si qualificano come «minime», nel senso che costituiscono un vincolo rigido sia per lo Stato sia per le Regioni ordinarie e speciali a non diminuire l'intensità della tutela. con particolare riferimento alla stagione venatoria (…) la possibilità di procedere all'adozione del calendario venatorio con legge regionale, anziché in via amministrativa con delibera di Giunta regionale, è suscettibile di violare le disposizioni della L.157/1992, con la quale lo Stato ha definito i criteri minimi generali di tutela della fauna selvatica. (Delibera C.d.M. del: 22-09-2011 ).
Concetti già espressi nel ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 ottobre 2010 contro il calendario venatorio regionale per la stagione venatoria 2010/2011 della Regione Abruzzo :”E' appena il caso di soggiungere che il ricorso allo strumento legislativo serve anche a precludere ai cittadini ed alle loro organizzazioni rappresentative la possibilita' di tutelare i propri interessi legittimi dinanzi al competente giudice amministrativo, mediante rituale impugnazione del calendario venatorio approvato. Tale circostanza non appare peraltro casuale, ove si consideri che analoghi provvedimenti, adottati dalla Regione Abruzzo per gli precedenti, risultano utilmente impugnati dinanzi al locale Tar da una nota Associazione ambientalist”( il WWF Italia!).
Altra nota dolente è il bracconaggio. Sempre più frequentemente assistiamo ad episodi illegali durante l'esercizio della caccia. Sembra progressivamente prendere consistenza un nuovo fenomeno che sconfina dall'ordinaria attività venatoria in atti contro legge. Una sorta di "cacciabracconaggio" tristemente testimoniata dagli individui di specie protette rinvenuti feriti o uccisi al Parco dei Sibillini. Un fenomeno allarmante che il costante ed irresponsabile richiamo alla deregulation venatoria sostenuto da certa politica rischia di favorire ed alimentare.
Anche quest’anno infatti le Guardie del WWF hanno accertato numerose violazioni amministrative e penali, riguardanti sia l’abbattimento di specie protette, sia l’uso dei famigerati “registratori” ma la cosa maggiormente negativa è che assistiamo al ritrovamento sempre più frequente di gabbie-trappola e altri strumenti di cattura illegale della fauna selvatica.
In Provincia di Ancona le Guardie del WWF, con la preziosa collaborazione della Polizia Provinciale, hanno rinvenuto in un casolare anche una pericolosa arma clandestina, destinata alla caccia di frodo, sequestrando oltre all’arma anche diverse gabbie-trappola ed esemplari di fauna selvatica detenuti illegalmente.
In campo amministrativo e di gestione della caccia abbiamo avuto notizia di clamorose violazioni, su cui la Magistratura sta cercando di far luce, affinché la caccia non sia più un buco nero affidato alla gestione di pochi a scapito della stragrande maggioranza dei cittadini, che ne vorrebbe la definitiva abolizione.