Cna: contributi per pizzerie e panifici con forni a legna

Cna: contributi per pizzerie e panifici con forni a legna

 

Pesaro - Un contributo dalla Regione per la dotazione di impianti idonei all’abbattimento dei fumi. E’ quanto chiede la CNA di Pesaro e Urbino alla Regione Marche per molte delle attività (in particolare pizzerie e panifici), che adottano questo sistema di cottura dei propri lavorati.
 
La richiesta arriva da CNA Alimentare dopo le disposizioni regionali per la riduzione  della concentrazione degli inquinanti nell’aria che impongono a molte attività di adeguarsi con le migliorie tecnologie disponibili entro il 31 marzo 2012.
 
“Così come sono previsti contributi per altre attività - dice la responsabile provinciale dell’associazione, Luciana Nataloni - anche pizzerie e forni devono essere ricomprese nella delibera regionale 1610 del novembre scorso che ha varato un provvedimento finalizzato alla riduzione delle polveri sottili. Non sono solo i veicoli ad essere interessati dal provvedimento, infatti, ma anche settori alimentari che lavorano nel settore alimentare. Imprese che dovranno fronteggiare notevoli investimenti per mettere a norma i propri impianti di cottura”.
 
“Per di più il provvedimento riguarderebbe un numero limitato di attività della provincia che operano con forni con combustione a legna. “A parte qualche eccezione come ad esempio Marotta -  afferma il responsabile territoriale della CNA di Fano, Luigi Colombaretti - dove  la gran parte delle pizzerie sono alimentate da forni a legna che, assieme ad attività di ristorazione del pesce, ormai rappresentano una  vera e propria attrattiva di turistica del territorio”.
 
Si tratta comunque di attività che concentrano il lavoro in poche ore al giorni (in media le pizzerie dalle 19.30 alle 23 di sera) ed i forni (dalle 3 alle 6.30 del mattino). Un inquinamento di modesta entità che di certo non incide in maniera determinante sui valori complessivi delle PM10.
 
“Per questo - conclude Luciana Nataloni -  chiediamo di non penalizzare ulteriormente un settore che produce lavoro ed occupazione e invitiamo la Regione Marche a rivedere il provvedimento e a inserire misure di contribuzione”.

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