Ancona - Sabato 14 gennaio, presso la Sala consiliare del Comune di Numana (AN) si svolgeranno due incontri di formazione per il salvataggio delle tartarughe marine: testimoni antichissimi dei nostri mari e bioindicatori della qualità delle acque marine. Gli appuntamenti sono rivolti alle persone che possono fornire un valido contributo per conseguire l’obiettivo. Alle ore 10.00 saranno coinvolti gli operatori di primo soccorso, mentre alle ore 14.30 saranno interessati i pescatori, i diportisti e i subacquei. Con questa iniziativa prosegue l’attività di recupero, cura e rilascio, in mare, degli esemplari di tartarughe vive e di catalogazione di quelli morte, reperite lungo le nostre coste, da parte della Rete regionale per la conservazione delle tartarughe marine, istituita nel maggio 2010, sulla base di un Piano d’azione nazionale. In dieci anni sono state salvate e riportate in mare più di 50 tartarughe. Nei venti mesi dalla sua nascita la Rete è intervenuta già su 18 tartarughe vive e ha avuto la segnalazione di 37 individui morti ritrovati sulle spiagge. Gli Enti che costituiscono la rete sono la Regione Marche (servizi Ambiente, Agricoltura, Salute), le Aree protette costiere (Parco del San Bartolo, Parco del Conero, Riserva della Sentina), la Fondazione Cetacea Onlus di Riccione, la Direzione marittima delle Marche (Capitanerie di porto), l’ARPAM, il CNR-ISMAR di Ancona, il Corpo Forestale dello Stato. Accanto a programmi di più ampio respiro per lo studio sulla distribuzione delle tartarughe e sugli impatti che ne causano il ferimento e l’uccisione, anche attraverso l’attivazione di progetti europei, sono state individuate azioni che intendono coinvolgere localmente gli operatori presso le strutture di primo soccorso delle tre Aree protette e chiunque recuperi esemplari in difficoltà o deceduti, in primis pescatori, diportisti, subacquei. Per questo motivo si sta avviando una serie di incontri di formazione e informazione con le categorie e le associazioni interessate. La Fondazione Cetacea di Riccione, riconosciuta dal ministero dell’Ambiente come Centro di recupero, terapia, riabilitazione delle tartarughe marine, mette a disposizione il proprio personale per divulgare nozioni sull’ecologia di tali animali, sui pericoli che ne minacciano la sopravvivenza e sulle modalità di primo intervento nel caso di rinvenimento di esemplari feriti. “La Regione Marche, fra le prime cinque in Italia a istituire la Rete regionale – afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Sandro Donati - sta affrontando il problema risolutamente, seppure con le poche risorse a disposizione, avendo ben presente l’importanza della conservazione della biodiversità nel nostro mare Adriatico. Una priorità che richiede di informare quanto più capillarmente possibile la pubblica opinione, in particolare la gente di mare, sui comportamenti corretti da assumere in caso di incontro con tartarughe marine in difficoltà”.