Tale opera era stata apprezzata dal popolo dei ciclisti, che vedevano la possibilità di un collegamento ciclabile continuo tra i percorsi ciclopedonali costieri (il famoso corridoio verde adriatico) che vedevano un'importante interruzione proprio nel fiume Tronto. Era stato, però, da subito, evidenziato come un opera del genere era inutile senza i necessari collegamenti ciclabili sulle sponde del fiume, che avrebbero permesso ai ciclisti di raggiungere il ponte senza rischiare la vita per percorrere la trafficatissima statale.
Tale pericolosità, evidentemente, è stata rilevata anche dai gestori della strada visto che, dal giorno dell'inaugurazione, la corsia ciclabile è sbarrata ed è impossibile percorrerla. La stessa pista risulta priva di segnaletica orizzontale e verticale e presenta più di un pericolo per i ciclisti, sia sulla pavimentazione (ostacoli sul percorso) che sul parapetto (dove sono presenti elementi in ferro sporgenti).
Quanto da noi denunciato, quindi, è più che reale: occorre progettare e realizzare in maniera integrata i percorsi ciclabili, creando delle reti continue che colleghino percorsi turistici e punti di attrazione urbana, permettendo al ciclista di viaggiare in sicurezza spostandosi sia all'interno della città che fuori.
Purtroppo, seppure in rari casi le amministrazioni si ricordino di applicare la normativa vigente (che, ricordiamo, impone, in caso di realizzazione o manutenzione straordinaria di opere stradali, di realizzare a fianco delle stesse piste ciclabili) lo fa in modo estemporaneo, senza alcun collegamento con opere esistenti.
E' il caso della rotatoria, sempre sulla statale 16, tra Tortoreto e Giulianova, dove la corsia ciclopedonale che l'affianca presenta addirittura dei gradini di accesso e non è collegata con i percorsi ciclabili della costa. E anche il nuovo ponte sul Saline, progettato dalla Provincia di Teramo, dove due marciapiedi larghi 2,00 metri dovrebbero fungere da pista ciclabile e pedonale (ed è stato presentato come il completamento del percorso ciclistico costiero tra Provincia di Teramo e di Pescara) ma l'opera è posizionata nel "nulla", e non collega percorsi ciclabili che, al contrario, sono ubicati più a valle, in prossimità del lungomare.
E così accade che opere ampiamente pubblicizzate come "amiche della bicicletta" si rivelino, in realtà, inutili, e rimangano chiuse per anni, senza che nessun Ente si preoccupi di portare avanti una serie, e utile, politica di incentivazione della mobilità ciclistica, politica che sarebbe utile, oggi come mai, per promuovere l'uso della bicicletta per gli spostamenti urbani e per il turismo, con vantaggi ampiamente documentati dove, anche in Province e città italiane, sono stati presi seri provvedimenti per favorire la ciclabilità.
Diversi sono i km di percorsi ciclabili realizzati nella nostra Provincia (le piste costiere, i percorsi all'interno di città come S.Egidio alla Vibrata, i percorsi cicloturistici di S.Omero, ecc.) ma occorre fare sistema e realizzare una rete di percorsi e attuare politiche per la ciclabilità urbana e extraurbana.
Da anni giace, in Regione, un progetto di legge che potrebbe, da solo, dare l'impulso alla mobilità ciclistica con costi minimi ma con vantaggi enormi. Si pensi, in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo (con costi altissimi dei carburanti) come potrebbero diventare le nostre città se si aprissero all'uso della bicicletta per gli spostamenti quotidiani. Inoltre il cicloturismo, in Regioni come la Lombardia o la Puglia, muove milioni di euro favorendo la rinascita di territori in crisi.
Lanciamo, quindi, un ennesimo appello a politici e amministratori: la bicicletta non è solo uno strumento estemporaneo per sportivi e amatori, è soprattutto un mezzo di trasporto pulito, ecologico, economico e salutare. Occorre solo prenderne atto e attuare le azioni necessarie perchè anche il nostro territorio possa usufruirne.