“L’acqua non si vende”: questo è stato il principio che ha guidato tutto il dibattito referendario. Dunque ancor di più stupisce e rattrista, carissimo presidente Alati, vedere che proprio Lei, che pure ha personalmente condiviso l’impegno dei movimenti a tutela di quel principio e che, in più occasioni, ha pubblicamente definito un dovere etico sottrarre l’acqua al mercato, proprio Lei metta la sua firma e la sua faccia su un’operazione che ignora il referendum e tutto quanto esso ha sancito sotto un profilo culturale e giuridico, riportando indietro l’orologio della Storia come se nulla fosse avvenuto.
Che strana idea della democrazia c’è in questo Paese e in questo territorio! Quando la volontà dei cittadini e delle cittadine – sorgente unica del potere - non piace, non si trova di meglio che cancellarla. E a cancellarla, in nome degli interessi di pochi, sono proprio i rappresentanti eletti , i sindaci e i loro delegati o le persone da loro individuate a presiedere organismi pubblici quali Ato e Ciip che invece quella volontà dovrebbero affermare con forza e coerenza. Che strana democrazia!!!
E non si venga a dire che l’imbottigliamento delle sorgenti di Arquata del Tronto e la loro consegna ai privati siano necessari per rispondere alla disoccupazione e alla crisi della montagna. Sappiamo tutti che vendere l’acqua e i beni comuni è una risposta che non risolve nulla, perché è arretrata, ancorata a quella economia “di rapina” osteggiata da tutti i paesi europei e praticata ormai soltanto nel Sud del mondo dove, purtroppo, i tessuti democratici e comunitari non contano dinanzi all’avidità distruttiva del denaro e del mercato. Vendere l’acqua e i beni comuni è una risposta che impoverisce e non crea futuro. Ben altre sono le strade per dare prospettive di sviluppo alle nostre montagne: dalla valorizzazione delle risorse boschive anche per la costruzione di filiere energetiche, alla rimodulazione delle tariffe idriche a vantaggio di occupazione nella manutenzione del territorio montano e a ben altro ancora. Ma per costruire il futuro occorre una visione programmatica e la “volontà di voltare pagina”.
E’ proprio con questo spirito di “voltare definitivamente pagina” che, dunque, presidente Alati, ci rivolgiamo a Lei chiedendoLe con forza di fermare l’imbottigliamento dell’acqua delle sorgenti dei Sibillini presenti nel comune di Arquata del Tronto e tutte le altre scelte che possano fare dell’acqua una merce, operando invece per la tutela e la gestione partecipata di questo prezioso bene comune in rigorosa attuazione di quanto hanno indicato gli italiani e gli abitanti del Piceno con il referendum.