Ancona - L’Assemblea legislativa approva, con il Bilancio 2012, la risoluzione con la quale si chiede il prolungamento del Corridoio Baltico sino al porto di Ancona. Adriano Cardogna, Presidente della Commissione regionale per le Politiche Comunitarie: “Un tassello importante per portare le Marche sempre più unite all’Europa”.
E’ passata quasi inavvertita, al termine della seduta consiliare di ieri (20 dicembre) sul Bilancio 2012 della Regione, la Risoluzione con la quale l’Assembla legislativa delle Marche, chiede concretamente il prolungamento del Corridoio Baltico – Adriatico sino ad Ancona.
“Questa posizione assunta dall’Assemblea legislativa – commenta Adriano Cardogna, Presidente della Commissione regionale per le Politiche comunitarie – è di grande importanza perché, al di la degli appelli e delle azioni svolte a livello politico, rappresenta il percorso istituzionale più idoneo a far si che Ancona e le Marche siano parte reale del Corridoio Baltico.”
La Risoluzione, che sarà inviata al Parlamento italiano il quale dovrà esprimersi entro metà gennaio 2012 sulla proposta di regolamento europeo del 19 ottobre scorso che istituisce il “meccanismo per collegare l'Europa”, rientra nel procedimento amministrativo che consente alle Assemblee legislative di partecipare alla formazione del diritto comunitario.
La proposta formulata dalla Commissione europea è, al momento quella di far arrivare il Corridoio da Helsinki, in Finlandia, sino al porto di Ravenna.
“L'Assemblea legislativa delle Marche - precisa Cardogna - ritiene che il corridoio debba poter essere prolungato almeno fino al porto di Ancona, per continuare a sostenere quegli investimenti indispensabili per garantire il collegamento con l'interporto di Jesi e con lo scalo aeroportuale di Falconara, nell'ottica di potenziare l'intermodalità, condizione questa indispensabile per promuovere un sistema di trasporti più efficiente e a minor impatto ambientale.
Sarà ora indispensabile porre in essere ogni iniziativa utile per fare sistema con le istituzioni europee e con quelle italiane, affinché la proposta di regolamento europeo sia emendata nel senso auspicato dalla nostra Assemblea legislativa.