La Regione continuerà a sostenere, come ha sempre fatto, l’artigianato marchigiano, spina dorsale dell’economia del nostro territorio e fonte di lavoro per migliaia di famiglie. Come in passato è già accaduto, sapremo superare le difficoltà se riusciremo a lavorare insieme, concentrando forze, idee e risorse su progetti e obiettivi condivisi. Il contributo che le associazioni di categoria danno da questo punto di vista è rilevante, così come è fondamentale disporre di dati e informazioni dettagliati, che possano guidare le decisioni politiche, affinché queste siano efficaci nel superamento dei problemi che abbiamo di fronte”.
Lo ha dichiarato l’Assessore regionale all’Industria e Artigianato Sara Giannini, commentando i dati di “Trend Marche”, l’Osservatorio regionale sull’artigianato e la piccola impresa delle Marche, promosso da Banca Popolare di Ancona, Confartigianato Marche, Cna Marche, con la collaborazione dell’Istat.
Alla conferenza stampa di presentazione di “Trend Marche” sono intervenuti Luciano Goffi, direttore generale della Banca popolare di Ancona, Ilario Favaretto dell’università degli studi di Urbino, Gian Luca Gregori dell’università politecnica delle Marche, Michele Bacco del Centro Studi Sintesi di Mestre, l’Assessore regionale all’Industria e Artigianato Sara Giannini, il presidente Cna Marche Renato Picciaiola, il segretario Confartigianato Marche Giorgio Cippitelli.
L’ECONOMIA DELLE MARCHE IN RECESSIONE NEL 2012
Quello che emerge è un quadro a tinte fosche. Siamo in recessione, secondo i dati di Prometeia elaborati per Trend Marche, e non sarà facile uscirne. Se il Pil delle Marche, nel 2011, è cresciuto appena dello 0,3 per cento, la metà rispetto allo 0,6 per cento dell’Italia, il prossimo anno è previsto un calo del Pil dello 0,6 per cento, il doppio della media nazionale che si fermerà a –0,3 per cento. Complessivamente le Marche contribuiscono alla formazione del Pil nazionale con 41,9 miliardi di euro, pari al 2,7 per cento. Nella nostra regione il Pil per abitante nel 2011 è stato di 26.510 euro, superiore dell’1,6 per cento rispetto a quello nazionale, mentre il Pil per unità di lavoro si è attestato su 58.915 euro, il 9,3 per cento più basso rispetto alla media nazionale. Insomma, per fortuna ci sono le pensioni dei nostri nonni a sostenere il reddito dei marchigiani.
Negativo anche l’andamento di consumi e investimenti che diminuiranno dello 0,4 per cento. Cattive notizie anche dal mercato del lavoro dove il tasso di disoccupazione nel 2012, secondo l’elaborazione di Trend su dati Prometeia, dovrebbe salire dal 6,6 al 7 per cento.
ARTIGIANATO E PICCOLA IMPRESA, STOP ALLA RIPRESA,
E’ ARRIVATA LA STAGNAZIONE
Di fronte alla recessione generale dell’economia marchigiana, l’artigianato e la piccola impresa non potevano fare eccezione. Secondo Trend Marche dal primo semestre 2011, sul settore è arrivata la stagnazione e si è interrotta la timida fase di ripresa affacciatasi nel corso del 2010. Difatti, dopo essere cresciuto dapprima del 3,1 e poi del 7,4% nel primo e secondo semestre 2010, nel primo semestre 2011 il fatturato cresce solo dell’1,1% rispetto allo stesso semestre dell’anno prima.
A conferma della nuova caduta di tono della congiuntura della micro e della piccola impresa delle Marche (ricordiamo che TrendMarche rileva le dinamiche congiunturali sulla base delle contabilità di un campione di 3 mila imprese con meno di 20 addetti asseverato dall’Istat regionale) si osserva che anche gli investimenti registrano una diminuzione dopo essere cresciuti per tutto il 2010
A fronte della stagnazione del fatturato e della diminuzione degli investimenti, si registra, da un lato una stabilità delle spese per retribuzioni, dall’altro, il proseguire della crescita delle spese per consumi: il primo indicatore suggerisce che l’occupazione nelle micro e piccole imprese continua ancora a tenere, il secondo che i livelli della produzione continuano a riprendersi senza però che ad essi corrisponda un crescita del fatturato. Se ne deduce che i margini di reddività sono in decisa ulteriore diminuzione e che le imprese cercano di mantenere o riguadagnare quote di mercato sacrificando i guadagni e continuando a sopportare costi sempre più elevati.
Per le costruzioni e le manifatture i livelli di fatturato registrati nella prima metà del 2011 restano molto al di sotto di quelli registrati prima della crisi: per le manifatture il fatturato è calato tra il primo semestre del 2008 e il primo del 2011 di oltre il 20%, per le costruzioni del 17% e per il terziario solo dello 0,3%.
IL PESO DELLA MANOVRA MONTI SULLE FAMIGLIE MARCHIGIANE
In questo scenario arriva sulle famiglie marchigiane anche il peso della manovra Monti. Secondo le elaborazioni presentate da Trend Marche, una famiglia con un redito di 30 mila euro nel 2012 avrà una maggior tassazione di 326 euro che diventano 505 se il reddito sale a 40 mila euro e 852 per un reddito di 75 mila euro. Per quanto riguarda le accise sui carburanti, una vettura a gasolio circolante nelle Marche (consumo medio 1.480 litri) avrà una maggiore spesa di 321 euro mentre un’autovettura a benzina (consumo medio 750 litri) costerà 135 euro in più. Infine, su un reddito disponibile medio di una famiglia marchigiana di 46.485 euro, l’aumento delle aliquote Iva, inciderà per 138 euro.