Conosciamo bene la sua professione di medico che esercita con passione e competenza, ma non sappiamo da quanto si occupi di urbanistica. Scopriamo, e ci sentiamo in colpa per non esserci documentati prima, che egli nel 2009 aveva presentato una petizione che prevedeva la trasformazione “a spina di pesce” dei parcheggi di Via Benedetto Croce, e di aver messo in guardia l’Amministrazione dei rischi derivanti dall’entrata a regime del complesso residenziale di via Firenze. Camela conclude dicendo che “il problema parcheggio è così impattante, alla luce delle grandi difficoltà lamentate dai residenti, dai commercianti e dai loro clienti, che sarà adeguatamente rappresentato…” Non si può affrontare un problema così complesso in modo così superficiale. Come associazione Gigaro 88, che da tempo si occupa delle problematiche riguardanti la qualità della vita nell’ambiente urbano e la sua sostenibilità, ci verrebbe voglia di dire: adesso che il danno è fatto, arrangiatevi.
Qualcuno sarà pure responsabile di avere creato un quartiere con così tanti problemi. Chiediamo al consigliere: quei residenti che si sono lamentati dell’assurda e spropositata colata di cemento del comparto Firenze, qualcuno li ha ascoltati? È comodo e vantaggioso rispondere alle richieste dei commercianti; è normale e scontato che chiedano più parcheggi. Ma sono solo questi i cittadini che il consigliere ascolta? È mai andato nel piccolo Parco Orlando a vedere quanta gente lo frequenti? È sempre pieno di anziani, bambini con genitori e nonni chiusi in un recinto circondato dal cemento e dall’asfalto che sperano con ansia nell’allargamento del giardino verso lo spazio attualmente utilizzato dal Corpo Forestale. Perché non darsi da fare per questi cittadini che, purtroppo, fanno meno chiasso e meno richieste ai nostri amministratori? Piazza Immacolata e buona parte del quartiere di Porta Maggiore costituiscono una “mostruosità” dal punto di vista urbanistico, con standard di verde decisamente al di sotto dei valori minimi indicati sia a livello nazionale che europeo, con una distribuzione abitativa irrazionale ed un carico di auto insostenibile, frutto di una pianificazione urbanistica decisamente fallimentare.
Ci colpisce leggere che una delle soluzioni del problema è la trasformazione a spina di pesce del parcheggio di via Benedetto Croce, immaginiamo sulla falsariga di via Napoli. Come al solito vincono le auto. Siamo stati contrari alla trasformazione di via Napoli e lo siamo anche per via B. Croce. Sappiamo di caricarci addosso oltre le ire dei commercianti anche quelle degli abitanti del posto a cui servono i posti macchina, ma siamo anche convinti che, seguendo la filosofia che rincorre i bisogni nati da errori di pianificazione e programmazione, si entra nella solita logica dell’emergenza che , come in altri campi, ha deturpato e degradato il territorio e le città. Le due vie, può piacere o non piacere, comunque erano state progettate per i pedoni oltre che per le auto. Si pensi che negli anni ’60 in via B. Croce si vedevano giocare i bambini a pallone nelle aiuole spartitraffico, continuamente redarguiti dai vigili; era un segnale già allora della penuria di spazi verdi fruibili a cui gli amministratori avrebbero dovuto rispondere aumentando gli spazi verdi invece che pensare solo a costruire.
La soluzione attuata per via B. Croce, di spostare il parcheggio a sinistra della carreggiata e collegare l’aiuola spartitraffico alla piazza, scaturita dall’esigenza di risolvere il problema delle montagne russe create dalle radici degli alberi, è stato un compromesso che, comunque, ha cercato di accontentare le auto senza sacrificare il verde e lo spazio per i pedoni. In via Napoli si è scelta invece la strada del parcheggio a spina di pesce per aumentare i posti macchina che ora invadono l’aiuola spartitraffico determinando la difficoltà per i pedoni di percorrerla se non per il desiderio di fare una gimcana assurda. Chiediamo al consigliere regionale di battersi di più per avere più verde nelle nostre città, più spazi fruibili da tutti i cittadini, per allargare il Parco Orlando, per salvaguardare il Giardino Botanico dell’istituto Agrario dai grandi rischi che corre. Non dobbiamo correggere gli errori commessi in passato con altri errori più gravi. Anche l’aiuola spartitraffico di via Benedetto Croce, per quanto piccola, rientra fra le tipologie di verde pubblico a servizio dei cittadini e, come tale, va salvaguardata.