“Se i provvedimenti previsti diventassero effettivi - scrive Viventi - le Marche risulterebbero tagliate fuori dai collegamenti strategici con Roma e con Milano, soprattutto nelle fasce orarie più importanti. Con la nuova riorganizzazione, oltre ai flussi legati al lavoro, risulterebbero penalizzati anche quelli legati al turismo, con inevitabili ripercussioni negative su un territorio già molto provato dalle crisi degli ultimi anni”. Il timore scaturisce dalla riclassificazione e dalla soppressione di alcuni servizi Eurostar strategici sulla linea Roma – Ancona e dall’intenzione di Trenitalia di sopprimere la fermata di Pesaro dei treni Frecciabianca in servizio sulla dorsale adriatica. Notizie, rileva Viventi, che hanno suscitato “preoccupazione negli utenti, che si sono rivolti numerosissimi agli uffici e al competente assessorato” della Regione. Nella lettera invita a Moretti e Soprano, l’assessore rileva che “in particolare risulta penalizzante, per il territorio e per i cittadini marchigiani, la soppressione della coppia di treni in partenza alle 11,13 da Ancona e alle 19,32 da Roma. Quest’ultima corsa, tra l’altro, è quella che, fino a oggi, permette di rientrare nelle rispettive località di residenza ai lavoratori pendolari che escono dall'ufficio alle 18. La soppressione del treno, l'ultimo "veloce" della giornata, rende di fatto impossibile, a chi deve rientrare nelle Marche, di svolgere qualsiasi attività nella capitale oltre le 17. La cancellazione, inoltre, provocherebbe un buco nel servizio di due ore e venti minuti (tale è infatti l’intervallo che intercorre tra il regionale precedente e quello successivo). Abbiamo altresì appreso che è intenzione di Trenitalia di sopprimere la fermata di Pesaro dei treni Frecciabianca in servizio nella dorsale adriatica. Anche in questo caso sarebbero molto pesanti le ripercussioni sull’utenza regionale, che già soffre della mancanza di servizi di qualità, dovuta, com’è noto, all’assenza dell’alta velocità. In questa tratta le richieste più pressanti riguardano il mantenimento dell'EurostarCity con partenza da Pesaro alle 7.47 e di quello della sera con partenza da Bologna alle 17.50 e arrivo a Pesaro alle 19.05. In questo caso riteniamo che sia estremamente necessario garantire l’equilibrio tra le fermate effettuate nelle Marche e quelle previste per l’Emilia Romagna. Con i tagli paventati ci risulta infatti che il rapporto (tre per la nostra regione contro le nove dell’Emilia Romagna) sarebbe decisamente squilibrato a nostro svantaggio. Segnaliamo inoltre la necessità che con le modifiche dell’orario sia garantita l’interconnessione con Bologna per i servizi con origine ad Ancona o Pescara, in modo tale che i nostri passeggeri possano usufruire comodamente dell’alta velocità”. I contenuti delle lettera trasmessa a Rfi e Trenitalia sono stati poi portati all’attenzione del ministro Passera. “Ai vertici di Rfi e di Trenitalia - scrive Viventi - abbiamo chiesto attenzione e sensibilità nei confronti delle Marche che, con la rimodulazione degli orari dei treni e con la programmazione di alcune soppressioni, sarebbero di fatto tagliate fuori dai principali collegamenti nazionali (con Roma e con Milano) in orari strategici della giornata. Se la rimodulazione si attuasse nei termini previsti sarebbero fortemente penalizzati, in primo luogo, i pendolari che quotidianamente usufruiscono del servizio di trasporto pubblico per raggiungere il luogo di lavoro. Concretamente risulterebbe impossibile rientrare da Roma nelle Marche dopo le 17,00 e raggiungere l’Emilia Romagna da Pesaro in orari compatibili con quelli di inizio dell’attività lavorativa. Con questa riorganizzazione, inoltre, oltre ai flussi legati al lavoro, risulterebbero penalizzati anche quelli legati al turismo, con inevitabili ripercussioni negative su un territorio già molto provato dalle crisi degli ultimi anni. Pur nella consapevolezza che il nostro Paese sta affrontando una situazione di estrema criticità, nella quale non ci potremo esimere da tagli, riduzioni e sacrifici anche difficili, non possiamo consentire che una regione come le Marche sia di fatto cancellata dai collegamenti nazionali strategici in termini di trasporto pubblico”.