Lo prevede una proposta di legge della Giunta regionale, trasmessa all’Assemblea legislativa per l’approvazione. Il testo recepisce le indicazioni dell’Anci Marche, in merito alle disposizioni stabilite dal decreto legge 138/2011, convertito in legge 148/2011. “Con questa proposta di legge – afferma l’assessore agli Enti Locali, Antonio Canzian – vengono recepiti gli orientamenti dell’Anci, nella convinzione che sia comunque essenziale avviare l’esercizio associato delle funzioni comunali, per ottenere una maggiore efficienza e una riduzione delle spese di funzionamento. Abbiamo stabilito soglie demografiche minime inferiori a quelle previste dalla legge dello Stato, con una specifica normativa regionale che tiene conto delle realtà delle Unioni di comuni esistenti e della situazione dei comuni non confinanti con altri comuni obbligati”.
Complessivamente sono 157, su 239, i Comuni marchigiani interessati alla normativa. La legge nazionale regolamenta diversamente i comuni fino a mille abitanti e quelli fino a cinquemila. Prevede che i comuni con popolazione inferiore a mille abitanti (45 nelle Marche) sono tenuti obbligatoriamente a esercitare, in forma associata, tutte le proprie funzioni e tutti i servizi mediante Unione di comuni o convenzione. Il limite demografico minimo stabilito dalla legge dello Stato è fissato in cinquemila abitanti (da raggiungere con le Unioni) che scende a tremila se i comuni interessati appartengono o siano appartenuti alle Comunità montane. La proposta di legge della Giunta regionale stabilisce, invece, un limite unico di mille abitanti.
I comuni non montani, con popolazione fra mille e cinquemila abitanti o fra mille e tremila abitanti – se appartenenti o appartenuti alle Comunità montane (112 nelle Marche) – sono tenuti, invece – in base alla legge nazionale - a dar vita a Unioni di diecimila abitanti. La proposta delle Giunta regionale riduce questa soglia a tremila (comuni montani) o cinquemila (gli altri).