Intorno a mezzanotte e mezza di sabato, una decina di uomini vestiti da militari, a bordo di almeno due fuoristrada, hanno fatto irruzione a Rabuni, il centro amministrativo della autoproclamata Repubblica Araba Saharawi Democratica, vicino Tindouf, e si sono diretti nell'edificio dove sono alloggiati i cooperanti stranieri e dopo una sparatoria, hanno catturato Rossella Urru, e i due spagnoli, Il blitz è stato rivendicato in Mauritania da una cellula di Al Qaeda del Maghreb islamico.
Questo episodio è un duro colpo all’ importantissimo lavoro che svolgono le associazioni umanitarie nei campi profughi, in prima fila anche l’ associazione marchigiana Rio de Oro.
I volontari sono lì con l’ unico scopo di migliorare le condizioni di vita di questo popolo, occupandosi degli aiuti umanitari e della prevenzione sanitaria in stretta collaborazione con le istituzioni e la mezzaluna rossa Saharawi, l’intento del rapimento sembra essere quello di diffondere paura ed insicurezza e scoraggiare quanti operano con sacrificio in questi campi.
Ci dispiace che la stampa internazionale parli della questione del popolo Saharawi solo in occasione di fatti così drammatici e che ci si dimentichi che è un popolo in esilio, costretto a vivere in tendopoli nel deserto e che sta lottando pacificamente per ottenere la propria indipendenza, aspettando di tornare nella loro terra, il Sahara Occidentale, da dove è stato cacciato dall’occupazione del Marocco.
Il nostro augurio e quello di tanti cittadini di Grottammare, città amica da sempre del popolo Saharawi, è che vengano presto catturati i responsabili di questo sequestro e che i tre cooperanti, tra cui la nostra Rossella Urru, possano essere liberati e possano riabbracciare i propri familiari, e che fatti come questi possano aprire gli occhi alla comunità internazionale che con determinazione si impegni per una soluzione politica che metta fine alle sofferenze di questo popolo.