Di fronte ad uno scenario preoccupante sia sotto il profilo finanziario che dell’economia reale occorrerebbe una strategia seria, coerente e soprattutto credibile: l’esatto contrario di questa carnevalesca giostra di proposte.
Una manovra così recessiva colpisce il lavoro e la produzione di ricchezza e colpisce mortalmente in primo luogo territori come il nostro in difficoltà già prima che esplodesse la crisi globale.
Le politiche del Governo Berlusconi, prima e durante questa crisi, non solo non hanno aiutato il Piceno, ma hanno fatto venir meno le poche ed essenziali richieste che il territorio aveva avanzato.
Celani e Castelli questo lo sanno come me e meglio di me, perché nelle campagne elettorali che li hanno visti eleggere Presidente e Sindaco, Ministri, Sottosegretari e portaborse governativi sono venuti qui a fare promesse di interventi finanziari su progetti già sostanzialmente o formalmente sottoscritti ( riqualificazione area ex SGl Carbon, Protocollo di intesa Val Vibrata- Val Tronto).
Celani e Castelli sanno benissimo che gli investimenti pubblici che si stanno realizzando nel Piceno sono per la quasi totalità derivanti dai fondi della programmazione regionale, altrochè!
Polo Universitario, Progetto ex-Case minime, Villa Tofani dell’ex SGL Carbon, elettrificazione della Ascoli-Porto d’Ascoli, riqualificazione ex SGL Carbon, Mezzina, solo per ricordarne qualcuno.
La Regione sta rispettando gli impegni che si era assunta, il Governo nazionale assolutamente no!
Il Presidente Spacca, d’intesa con il Presidente della Regione Abruzzo, ha richiesto formalmente al Ministero dello Sviluppo Economico, così come deliberato nel maggio scorso dalle due Giunte regionali, il riconoscimento della Val Vibrata – Val Tronto come “area di crisi industriale complessa”, non affrontabile cioè con strumenti ordinari: ora vediamo qual è l’impegno del Governo e di Celani e Castelli nel raggiungere questo obiettivo!
Lo sciopero generale riguarda quindi anche noi. Riguarda il nostro territorio, le imprese in crisi e le nuove politiche industriali e territoriali necessarie per superare le difficoltà: come ho sempre sostenuto, sui grandi progetti condivisi per il territorio ci si deve impegnare tutti, indipendentemente dalle appartenenze o da meschini interessi di parte, altrimenti è meglio andare a casa: tutti».