Riqualificazione urbana sostenibile, Viventi replica

Riqualificazione urbana sostenibile, Viventi replica

Ancona - “La proposta di legge per la riqualificazione urbana sostenibile, attualmente al vaglio della competente Commissione del Consiglio regionale, fornisce la comunità marchigiana di una serie di strumenti urbanistici che, nella fase istruttoria di confronto e di condivisione, sono stati apprezzati da tutti: enti locali, associazioni di categoria, professionali e culturali, i quali hanno concordato sugli aspetti essenziali ed espresso contributi rilevanti e positivi, recepiti nel testo approvato in Giunta”. Lo afferma l’assessore regionale al Territorio, Luigi Viventi, che replica alle critiche mosse, nei giorni scorsi, dal consigliere regionale del Pdl, Mirco Carloni, il quale ha chiesto il ritiro della proposta di legge. “I punti programmatici sono pochi – ricorda l’assessore - ma di particolare rilievo: costruire sul costruito, con modalità favorite anche dal meccanismo della premialità rispetto alla cubatura edificabile; ridurre il consumo di suolo agricolo; spezzare, attraverso la perequazione, la connessione tra consumo di suolo e rendita di pochi; favorire la qualità dell’architettura urbana, incentivando, in questo modo, anche una serie di investimenti di livello. Il disposto normativo si riferisce ad aree importanti ed estese di molti centri urbani, che recano con evidenza i segni del degrado e di una insufficiente dotazione di infrastrutture pubbliche in materia ambientale ed energetica. Si tratta, dunque, di uno stralcio importante, che anticipa la riforma organica del governo del territorio, alla quale l’assessorato all’Urbanistica e gli uffici stanno attualmente lavorando. Tale anticipazione si è resa necessaria anche a seguito dei gravi danni subiti da alcune aree delle Marche con le alluvioni del mese di marzo, ennesimo campanello d’allarme sulla necessità urgente di voltare pagina nel modo di fare urbanistica, definendo un nuovo sistema di interventi, coerente con le linee strategiche dell’Europa in materia di sviluppo delle città, sui quali possibilmente orientare anche cospicua parte delle risorse finanziarie dei programmi comunitari 2014-2020. L’unico punto critico registrato in sede di confronto riguarda l’art. 11, che vieta di adottare nuovi Prg o varianti ai Prg vigenti che prevedono ulteriori espansioni di aree edificabili nei Comuni che non hanno completato per almeno il 90 per cento l’edificazione delle aree esistenti con medesima destinazione d’uso. Sul limite del 90 per cento si può aprire la discussione, ma certo è che un limite va previsto, altrimenti si vanifica il principio ispiratore della legge, che, per riqualificare il territorio e preservarlo in tutti i suoi aspetti, prevede di costruire sul costruito, recuperando ciò che è brutto o pericoloso e immettendo negli spazi urbani dosi robuste di qualità edilizia, architettonica, tecnologica, energetica, paesaggistica, gestionale e d’impresa. All’interno di queste coordinate sarebbe, ovviamente, contraddittorio proseguire con l’applicazione di politiche meramente espansive delle città”.