"Proposte – ha detto Marconi – da sottoporre successivamente e in tempi rapidi all’esame della Giunta regionale perché il rischio è che aumenti la povertà soprattutto delle persone sole e degli anziani. La Regione, già a partire dal bilancio dello scorso anno ha compiuto scelte economiche razionali e significative, mettendo in moto meccanismi virtuosi che hanno permesso di generare risparmi”.
Per Marconi, le recenti decisioni del Governo nazionale in materia fiscale rendono obbligate alcune considerazioni: “Al di la di quelle squisitamente politiche nelle quali non mi voglio avventurare, voglio far riferimento a quanto si dovrà applicare nel taglio lineare delle agevolazioni fiscali che colpiranno in modo indistinto le famiglie in particolare quelle con reddito medio basso. Credo che l’intervento potrà essere addirittura controproducente sia per la spesa pubblica che per il rilancio dell'economia. Per il rilancio, perché diminuisce la capacità di spesa delle famiglie meno abbienti, quelle che più incidono nei consumi di massa che riguardano la produzione industriale manifatturiera tipica italiana, deprimendo, quindi, i consumi su larga scala e salvando solo evasori ed elusori fiscali”.
“Quanto alla spesa – continua l’assessore - si rischia inoltre di aumentare quella per l’assistenza perché le famiglie con meno risorse chiederanno di più alla pubblica amministrazione, la quale in presenza di ulteriori tagli produrrà più debito e destinerà meno risorse all’investimento e quindi allo sviluppo”.
Intanto mercoledì prossimo gli assessori regionali dei Servizi sociali incontreranno il ministro Sacconi. “In quella sede – anticipa Marconi - intendo portare queste considerazioni semplici nella speranza che durante l’anno altre e più radicali decisioni di finanza pubblica siano assunte dal Governo e dal Parlamento. Quest’ultimo ha rifiutato la cancellazione delle Province ma ha accettato l’impoverimento delle famiglie più povere”.
“Come Regione però – conclude - non possiamo continuare a mettere pezze. Se non si agisce con coraggio e radicalità non avremo risanamento vero e duraturo: dobbiamo verificare se i nostri costi di beni e servizi siano adeguati a fronte di aumenti superiori del 50% in dieci anni, dovremmo mettere mano alla riorganizzazione della pubblica amministrazione riducendo Comuni e Province, riducendo il numero degli eletti non solo per Comuni e Province, come già fatto, ma anche per il Parlamento e i Consigli regionali”.