Lo ribadisce l’assessore regionale all’Industria, Sara Giannini, che parla di “una scelta difficile ma maturata con l’obiettivo di tutelare interessi sociali e ambientali, senza mai perdere di vista il bene comune”. “Sono state condotte - spiega Giannini - in piena autonomia professionale e nel rispetto delle normative vigenti da parte degli uffici tecnici preposti, tutte le verifiche e gli approfondimenti chiesti dall’Assemblea legislativa delle Marche che hanno riguardato le condizioni occupazionali, ambientali, di salvaguardia del territorio e della salute. La costruzione del rigassificatore a Falconara va di pari passo con un progetto industriale più ampio di bonifica, riqualificazione e riconversione produttiva del sito che riduca gli attuali impatti ambientali e garantisca la sicurezza sul lavoro e sulla salute, unitariamente alla salvaguardia dei posti di lavoro e dell'interesse collettivo. La Regione è da sempre attenta - continua l’assessore - alle prospettive industriali della raffineria a tutela della salute e dell’occupazione e ha ben chiari i risultati emersi dal recente referendum sul nucleare che nel futuro orienterà la politica energetica nazionale verso l’utilizzo delle fonti rinnovabili e l’approvvigionamento da gas metano. Fatto, questo, che avrebbe potuto comunque indurre il Governo nazionale a dichiarare la ‘strategicità’ del rigassificatore di Falconara ed escludere, di conseguenza, la Regione da ogni processo decisionale vincolante. E’ necessario, dunque, che tutto il territorio si faccia carico di una riconversione ‘dolce’ dell’impianto di Falconara: una sua eventuale crisi andrebbe ad aggravare nelle Marche e, soprattutto nell’anconetano, la situazione occupazionale, coinvolgendo un indotto già in difficoltà, con pesanti ricadute sull’operatività del porto di Ancona che, vale la pena di ricordare, dipende per la metà dei propri traffici e per il 40% del proprio bilancio dall’Api”.
Quanto all’aspetto politico, “la Regione non è andata con il cappello in mano a mendicare alcunché o a svendere qualcosa, ma al contrario ha voluto e dovuto responsabilmente, come la propria funzione le impone di fare, compiere una scelta consapevole, motivata e soprattutto concertata, esercitando un ruolo da protagonista in tutta la vicenda a tutela dei cittadini marchigiani, guardando oltre le posizioni ideologiche ed emotive che hanno costellato tutta la vicenda”.
Sull’eventuale ingresso della Regione, in quanto ente pubblico, nella società di gestione del rigassificatore, per Giannini “è la migliore garanzia a tutela dell’interesse della collettività in un settore strategico come l’approvvigionamento energetico: grazie al riconoscimento della golden share, la Regione avrà gli strumenti giuridici per condizionare, con decisione e dall’interno, le scelte che il gruppo industriale opererà nel settore della rigassificazione, vincolando l’azienda allo stretto rispetto degli impegni assunti”.