Ascoli e il Piceno hanno rimbalzato tra i dialoghi degli intervenuti e sulle pareti dell’hotel in un vorticoso giro valzer sonoro sia durante la manifestazione sia durante la cena che si è svolta subito dopo la premiazione. Certo il “fenomeno Ascoli” è stato in parte dovuto ad uno dei mattatori della serata, Massimo Lopez cui è andato il riconoscimento “Premio Internazionale Portonovo” insieme ad Amanda Sandrelli, e che ha subito ricordato le sue origini: nato proprio ad Ascoli vi ha imparato a muovere i primi passi, ma quelli veri, non quelli dello spettacolo perché a soli tre anni aveva già lasciato la città “dove presto comunque ritornerò, anche per riscoprire meglio certe personali radici ormai piuttosto lontane”.
Quel “presto” è davvero molto vicino anche perché i primi giorni di novembre Lopez aprirà il suo nuovo tour nei teatri d’Italia proprio ad Ascoli. Un segno di riconoscenza verso la propria terra. Ma non è stato solo Massimo Lopez, anche gli altri ospiti illustri del premio come Amanda Sandrelli suo marito Blas Roca Rey e la stessa presentatrice Vanessa Gravina hanno ricordato con nostalgia le personali esperienze vissute professionalmente ad Ascoli e dintorni. Se Ascoli è stata protagonista alla serata de “I Marchigiani dell’anno” lo deve anche a quel retroterra laborioso e determinato che ne segna in profondo lo spirito imprenditoriale, riconosciuto e mai domo: il territorio ascolano è stato tra i primi a conoscere gli effetti devastanti della crisi nelle Marche, ma anche pronto a rimboccarsi immediatamente le maniche.
Ascoli prova a ricostruirsi e a ricostruire un vero e proprio tessuto sociale oltre che economico. Motivo di orgoglio anche per il sindaco Guido Castelli: “Vero, i premi che i nostri cittadini ottengono come quello dei “I Marchigiani dell’anno” hanno un valore più ampio perché simbolizzano l’affermazione non tanto del singolo quanto di uno spirito comune che pervade il nostro territorio, grazie al quale siamo pronti a raccogliere nuove sfide, a risollevarci e a crescere in ogni campo, nessuno escluso, da quello economico a quello culturale, da quello sportivo a quello artistico sino a quello istituzionale”. Un riconoscimento che assume forse ancora maggiore valore se si pensa che è arrivato proprio ad Ancona, capoluogo regionale. Un paradosso? Chissà. Così è la vita, e questi sono i campanili.