Lo sottolinea l’assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani, dopo che l’Assemblea legislativa delle Marche ha autorizzato l’intesa per la realizzazione del nuovo impianto. “In questi anni non è mai mancata l’attenzione della Regione per garantire un continuo monitoraggio sull’attività della raffinazione – ricorda Mezzolani – Le criticità della produzione industriale, in termini ambientali e di salute dei cittadini, sono state affrontate dai tecnici regionali, permettendo il conseguimento di risultati positivi sul fronte della prevenzione. Obiettivi che l’ipotesi di accordo rafforza, impegnando ancor più la Regione e l’azienda a contenere le emissioni e a riconvertire, gradualmente, la produzione verso le energie rinnovabili. Impegni che avranno inevitabilmente ricadute positive sulla qualità ambientale e sulla salute della popolazione”. Mezzolani ricorda, poi, come “la valutazione epidemiologica degli ultimi dieci anni sull’area interessata, effettuata dall’Agenzia regionale sanitaria e dall’Arpam, presenta indicatori di criticità inferiori alla media regionale e a quella di altri distretti industriali delle Marche. Questo significa che, negli anni, grazie anche all’accordo sottoscritto nel 2003 tra Regione e azienda, passi in avanti sono stati compiuti e altri, inevitabilmente, verranno pescosi con la nuova intesa”. L’assessore si sofferma su questi dati: “Gli studi disponibili segnalano, per l’area di Falconara, un trend dei tassi di mortalità e dei ricoveri più contenuti rispetto al dato regionale. Le motivazioni possono essere diverse, ma il risultato è eloquente. In prospettiva la situazione dovrà ulteriormente migliorare, in quanto – sulla base dell’intesa – le emissioni in atmosfera andranno ulteriormente ridotte: l’api si impegna infatti ad investire 120 milioni di euro interamente dedicati alla riduzione di emissioni in atmosfera dell’impianto di raffinazione, a ridurre il livello di lavorazione del greggio e a sviluppare progetti di crescita nel settore delle energie rinnovabili con un programma triennale per garantire nuova occupazione. Quanto allo scarico di cloro in acqua, gli investimenti aggiuntivi previsti dall’Api porteranno a un abbassamento degli scarichi in mare anche dell’attuale impianto IGCC, con un bilancio positivo dei flussi di massa complessivi di cloro in acqua rispetto alla situazione attuale. Il sistema di monitoraggio di Regione e ISPRA è comunque rafforzato e integrato rispetto a quello già previsto dalla valutazione di impatto ambientale, con costi a carico dell’api”. E proprio sui controlli, Mezzolani sottolinea come ARPAM, Sistema Sanitario Regionale e ISPRA effettueranno il monitoraggio costante del rispetto degli impegni dell’accordo sul piano ambientale, epidemiologico e degli investimenti di bonifica. “Controlli – dice l’assessore – che sono assicurati anche dal diritto di veto previsto per il rappresentante della Regione grazie alla golden share. Il filo conduttore dell’accordo – conclude – è rappresentato dal binomio lavoro e salute. Su questo fronte l’attenzione della Regione è massima e sarà ulteriormente rafforzata per assicurare che il ciclo produttivo tuteli l’occupazione e non comprometta il benessere della popolazione”.
Luchetti: “Condivisione ampia e bipartisan”
“Il voto di ieri in Consiglio regionale è il segno di una scelta convinta e motivata. L’esito della votazione non è di poco conto: i 28 voti a favore testimoniano come il sì all’intesa sul rigassificatore e all’ipotesi di accordo con l’Api abbiano una solida e consapevole condivisione dell’Assemblea legislativa”. Così l’assessore regionale al Lavoro Marco Luchetti all’indomani del voto sul rigassificatore in Consiglio regionale. “La maggioranza di centrosinistra – aggiunge Luchetti – ha garantito l’esito del voto, rafforzato anche dal sì della minoranza. Una condivisione così ampia e bipartisan che dimostra la validità delle garanzie su salute, ambiente, sicurezza e lavoro contenute nell’ipotesi di accordo con l’Api. Per quel che riguarda in particolare gli aspetti occupazionali, il mantenimento per 10 anni degli attuali livelli di occupazione con la possibilità di incrementarli ulteriormente, l’utilizzo di imprese marchigiane nella fase di realizzazione, fornitura e manutenzione degli impianti, con importanti ricadute anche sull’indotto, l’avvio di progetti di reimpiego di lavoratori in difficoltà di altre realtà aziendali in crisi del territorio, rappresentano da parte dell’azienda impegni importantissimi soprattutto in una fase ancora critica per l’occupazione nella provincia di Ancona. Tutti elementi che hanno spinto i sindacati Cgil, Cisl e Uil ad esprimere in maniera convinta il proprio parere favorevole al progetto. Meraviglia, al contrario, l’atteggiamento dei lavoratori di Fincantieri”. Luchetti si riferisce alle manifestazioni di protesta inscenate ieri in aula dai lavoratori del cantiere. “Riesce davvero difficile – prosegue – comprendere tali manifestazioni: in un momento in cui in aula veniva discussa un’ipotesi di accordo che ha tra i punti di forza proprio la salvaguardia dei livelli occupazionali, un’ipotesi di accordo sostenuta e caldeggiata dai lavoratori dell’Api, non si comprende l’atteggiamento di chi proprio della difesa del lavoro sta facendo una sacrosanta battaglia da mesi e su questa battaglia chiede giustamente la solidarietà dei lavoratori delle altre aziende. I lavoratori di Fincantieri e i rappresentanti Fiom accusano la Regione di strumentalizzazione: come ben sanno gli uni e gli altri, la Regione Marche da subito si è attivata per percorrere tutte le strade utili per dare nuove prospettive al cantiere navale di Ancona, si è spesa senza risparmiarsi: per questo non abbiamo voluto né potuto, nella valutazione del parere al rigassificatore, sottovalutare l’ipotesi, e di ipotesi abbiamo sempre parlato, che Fincantieri sia coinvolta nella costruzione di navi gasiere. Incredibile poi che la protesta di ieri sia giunta proprio all’indomani della definizione dei corsi di formazione per i lavoratori Fincantieri finanziati dalla Regione e che interesseranno 290 addetti”.