Il bisogno di sapere non può più essere soddisfatto con esperienze d'apprendimento saltuarie, la formazione deve diventare continua e distribuita capillarmente nel tempo di lavoro, immersa e vicina al luogo di produzione. Ciò è tanto più vero e importante in un tessuto produttivo come quello marchigiano costituito in massima parte da PMI, dove la formazione continua può quindi fungere da modello privilegiato di relazione virtuosa fra lavoratori e imprese, incardinata sulle logiche della bilateralità e della condivisione di scelte e di obiettivi orientati alla crescita.” Così l’assessore regionale alla Formazione Lavoro–Istruzione, Marco Luchetti nel corso della Conferenza regionale sulla Formazione Continua, tenutasi oggi all’Hotel Federico II nella giornata che vede nel pomeriggio anche la riunione annuale del Comitato di Sorveglianza del Fondo Sociale Europeo sul POR MARCHE CRO FSE 2007-2013. “La varietà dei fondi destinati a finanziare la formazione continua – ha spiegato Luchetti - ha determinato l'esigenza di sviluppare forme di integrazione tre le diverse fonti di finanziamento, basandosi su una forte complementarità tra il FSE, i Fondi Interprofessionali e le leggi nazionali che finanziano la formazione continua. E’ da questa esigenza che è nato il progetto Faro Lab avviato nelle Marche nel 2010, e che rappresenta un’opportunità per fare avanzare gli attori della formazione continua sul tema della promozione/definizione di appropriati ed innovativi modelli formativi.”
Il progetto FARO LAB prevedeva due indagini. La prima - sulle opinioni e sulle attese degli addetti delle imprese marchigiane rispetto alle attività di aggiornamento, riqualificazione o riconversione professionale seguite negli ultimi tre anni- ha restituito una valutazione molto positiva: il 74,6% ritiene soddisfatte le proprie aspettative rispetto alle attività formative svolte. Ugualmente positivo il giudizio sulla corrispondenza tra obiettivi formativi iniziali e il loro effettivo perseguimento: ben il 90,7% degli intervistati considera gli obiettivi formativi conseguiti pienamente (43,5%) o abbastanza (47,2%) corrispondenti con quelli dichiarati. Ancor più elevata la percentuale (91,6%) di coloro che considerano le competenze acquisite adeguate alle mansioni lavorative svolte. La seconda indagine sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese marchigiane, ha posto in rilievo l’alta propensione degli imprenditori interpellati verso l’aggiornamento e la riqualificazione professionale dei propri dipendenti. In tal senso ha risposto positivamente il 67% degli intervistati confermando, allo stesso tempo, come più della metà del proprio organico abbia usufruito di attività formative negli ultimi tre anni. Inoltre, l’87% degli stessi imprenditori si è dichiarato molto o sufficientemente soddisfatto della formazione fruita dai propri dipendenti. Per quanto riguarda gli effetti della recente crisi, occorre non sottovalutare il 23,3% di coloro che pensano che la crisi sia stata un’occasione per rendere più efficiente e competitiva la propria azienda, rafforzando la propensione a promuovere percorsi di riqualificazione o aggiornamento professionale per i propri dipendenti.
E’ emersa inoltre l’esigenza che si vada alla redazione di piani formativi territoriali e non settoriali, mirati alle vocazioni dei territori. Al raggiungimento di questo obiettivo la Regione Marche sta già lavorando ed è stata già condotta un’indagine attraverso 5 focus group, uno per provincia, da cui sono emerse utili indicazioni, proposte ed esigenze. In particolare oltre al bisogno di integrazione delle fonti di finanziamento, l’innovazione delle metodologie formative per gli adulti, la centralità del ruolo propulsore dell’imprenditore e la coerenza tra politiche formative ed industriali, forte è stata la richiesta di costituire un agente di sviluppo formativo, come soggetto con multi competenze in grado di fare da raccordo tra domanda e offerta formativa. Al termine della conferenza, la Tavola rotonda che aveva come tema lo strumento della formazione continua come opportunita` per uscire dalla crisi che ha visto gli interventi di Jader Cane` della Commissione Europea; Marianna D'Angelo del Ministero del Lavoro, Silvia Vaccaro dell'ISFOL; Mauro Boati di Italia Lavoro, Amarildo Arzufi di Fondimpresa; Gabriele Grondoni del Coordinamento delle Regioni. “Il sistema d'impresa quindi – ha concluso Luchetti- sta acquisensdo la consapevolezza che la formazione continua può costituire una spinta decisiva per lo sviluppo economico. Acquisire know how non significa soltanto aumentare il capitale di conoscenze, ma utilizzare queste ultime come elemento determinante per migliorare, modificare e innovare l'organizzazione, i processi e i prodotti.”
I materiali informativi e le indagini condotte sono consultabili sul sito: www.istruzioneformazionelavoro.marche.it