Il testo approvato dalla Giunta prevede procedure più snelle per la riqualificazione urbana. La riqualificazione viene condotta attraverso uno strumento urbanistico semplice e unitario – il Poru (Programma operativo per la riqualificazione urbana) – che l’amministrazione comunale provvede a definire anche acquisendo idee e proposte da parte dei cittadini interessati. Il Poru si applica a zone già urbanizzate, ha valore di Piano particolareggiato e organizza le operazioni di riqualificazione in un coerente disegno urbano finalizzato a migliorare la qualità della città anche attraverso l’incremento delle prestazioni ecologico-ambientali ed energetiche dell’insediamento urbano. Per favorire l’avvio delle operazioni di riqualificazione, la proposta di legge prevede che il Poru possa consentire incrementi sino al 10 per cento degli indici edificatori fissati nei Piani regolatori vigenti, elevabili al 15 per cento nei Programmi intercomunali (recupero di zone appartenenti a più Comuni). Per premiare maggiormente la qualità delle trasformazioni urbane, un ulteriore 5 per cento viene riconosciuto agli interventi realizzati attraverso concorsi di architettura. Il Poru è approvato attraverso una procedura semplificata, condotta dal Comune che lo promuove. Un’altra novità introdotta dalla proposta di legge riguarda la “perequazione urbanistica” che potrà essere applicata, oltre che nei Poru, in tutti i Piani regolatori della regione. Per conseguire, da un lato, l’equo trattamento dei proprietari interessati alle operazioni di riqualificazione urbana e per garantire, dall’altro, una disponibilità di suoli per i Comuni, da destinare a verde o attrezzature pubbliche, i diritti edificatori vengono ripartiti, pro quota, tra i titolari delle aree oggetto di trasformazione e potranno poi essere trasferiti per realizzare interventi più coerenti. Una parte significativa del testo inviato all’Assemblea legislativa è dedicata alla sicurezza idrogeologica delle aree urbane recuperate e riqualificate attraverso la verifica di compatibilità idraulica degli interventi previsti applicata agli strumenti urbanistici. Per orientare le trasformazioni urbane che si attiveranno nelle Marche verso la riqualificazione dei quartieri esistenti, nelle norme transitorie è previsto il blocco temporaneo di ulteriori espansioni delle aree edificabili nei Comuni che non abbiano completato almeno il 90 per cento di quelle già previste (fatta salva la possibilità di ampliamento per le attività produttive già insediate). “Attraverso questa proposta di legge – sintetizza l’assessore al Territorio, Luigi Viventi – la Regione punta a migliorare il sistema abitativo e territoriale, favorendo la trasformazione urbana a scapito del consumo di suolo. Si investe sull’urbanizzato per non cementificare altre aree, prevedendo spazi pubblici di qualità, la modernizzazione delle reti infrastrutturali, il miglioramento dell’efficienza energetica, il recupero dei quartieri degradati”.