Eremo Val di Sasso, riprendere i lavori al più presto

Eremo Val di Sasso, riprendere i lavori al più presto

Provveduto all’invio della diffida alla ditta contestando l’inadempienza contrattuale

L’azienda appaltatrice, come è noto, avrebbe cominciato i lavori senza il progetto esecutivo. La Regione Marche come “parte lesa”, nella persona del responsabile unico del progetto ing. Mario Pompei, di fronte a questo “fatto non prevedibile” ha già provveduto all’invio della diffida alla ditta contestando l’inadempienza contrattuale. “Al momento però – sottolinea Pompei – la cosa più importante è riprendere al più presto i lavori per il recupero di una struttura che rappresenta per tutte le Marche una straordinaria concomitanza di cultura, arte, storia e ambiente. Non vogliamo correre il rischio che questi intoppi ci facciamo perdere i fondi destinati all’opera e soprattutto l’opportunità di valorizzare il territorio dell’entroterra appenninico attraverso l’eccellenza della sua storia. Il governo regionale – prosegue l’ingegnere – con questo progetto conferma e rafforza infatti la strategia di diversificazione dell'economia dell'area”. Il ripristino funzionale dell’Eremo risulta strettamente connesso con altri progetti integrati del territorio, come il percorso delle pievi abbazie e monasteri, i percorsi artistici di Gentile da Fabriano e di altri pittori locali, le “vie dello Spirito” sulle tracce di San Francesco, il Sistema di Museo diffuso, la sentieristica per il trekking, mountain bike e le escursioni a cavallo, le esperienze di didattica ambientale, la riscoperta delle produzioni enogastronomiche ed altre tipicità locali, il riferimento territoriale per la pubblica amministrazione nei territori montani di confine. Il progetto rientra tra le azioni promosse dalla Regione in occasione dell'ottavo centenario di San Francesco nelle Marche che proprio nelle Marche ispirò una scuola di pensiero: da padre Ugolino da Montegiorgio, che scrisse a Sarnano i suoi “Fioretti” (opera che ha dato i natali alla lingua italiana), a San Giacomo delle Marca, insigne giurista e predicatore che per combattere l'usura inventò i Monti di Pietà origine della banca moderna. Il recupero della struttura di proprietà della Regione Marche prevede la riqualificazione dell’esistente e il recupero di una porzione delle volumetrie crollate nel corso dei secoli scorsi attraverso la ricostruzione di un edificio da destinare ad esclusivo utilizzo conventuale e di una parte seminterrata ad uso pubblico per potenziare la fruizione anche attraverso la realizzazione di applicazioni multimediali che possano rivitalizzare e rilanciare le attività del territorio.