Regione, peggiora il rating delle Marche

Regione, peggiora il rating delle Marche

In conseguenza del calo nazionale. Si passa da «A+/prospettive stabili» ad «A+/prospettive negative»

L’assessore al Bilancio, Pietro Marcolini, ha così commentato la vicenda: “Siamo tranquilli, il rating delle Marche si riduce nella forma ma non nella sostanza, solo in conseguenza dell’abbassamento di quello nazionale. Il rating della Repubblica italiana infatti è passato da “A+/prospettive stabili” ad “A+/prospettive negative”. Poiché secondo la metodologia di Standard & Poor’s i rating degli enti locali e regionali non possono assumere valori superiori al rating assegnato allo Stato sovrano, Standard & Poor’s ha dovuto rivedere le prospettive dei 12 enti italiani aventi lo stesso rating della Repubblica italiana, tra cui quello della Regione Marche. Pertanto, anche il rating della Regione Marche è passato da “A+/prospettive stabili” ad “A+/prospettive negative”. Le prospettive del rating sulle emissioni della Regione Marche, garantite o servite direttamente dallo Stato, variano di conseguenza.

Tuttavia, come già comunicato il 31 marzo 2011 in occasione della conferma del rating della Regione Marche, Standard & Poor’s ha rilevato che, in assenza del limite posto dal rating nazionale rispetto a quello regionale, il merito di credito indicativo della Regione Marche sarebbe superiore, cioè pari ad “aa-”.

Il peggioramento delle prospettive del rating per la Repubblica italiana è legato ai rischi relativi al piano di riduzione del debito previsto per il periodo 2011-2014. Ciò in quanto il livello di crescita effettivo per questo periodo potrebbe essere inferiore rispetto al tasso medio di aumento del PIL attualmente preso come riferimento, pari al 1,3%. Standard & Poor’s reputa inoltre che il potenziale stallo politico rischia di contribuire a un rilassamento nella gestione dei conti pubblici. Se una di tali eventualità o la combinazione di esse dovesse realizzarsi, e il debito generale dell’Italia rimanesse quindi all’attuale livello elevato, Standard & Poor’s potrebbe procedere a un abbassamento del rating della Repubblica italiana. Se invece il Governo italiano trovasse il supporto politico per mettere in atto misure volte all’aumento della competitività, attraverso riforme strutturali che consentissero un aumento della crescita e una riduzione del livello del debito, il rating dell’Italia potrebbe rimanere inalterato. Sta quindi nella capacità di riformare la politica economica nazionale il presupposto di una stabilizzazione del merito di credito del nostro Paese e delle nostra Regione”.