Un passaggio necessario che precede l’ok definitivo al riconoscimento del marchio IGP per il noto tipo di pasta che associa il suo nome alla cittadina fermana. A tale scopo la Regione Marche e il Ministero delle Politiche agricole hanno fissato la data del 6 maggio, alle ore 10, al Teatro Comunale di Campofilone. Saranno presenti, oltre all’assessore e vice presidente regionale, Paolo Petrini, tutte le organizzazioni professionali e di categoria e i produttori interessati.
“Il Ministero – fa sapere Petrini – ha redatto la proposta di disciplinare successivamente alla richiesta del riconoscimento di denominazione presentata dall’Associazione Produttori dei Maccheroncini di Campofilone e alla luce del parere favorevole della Regione Marche. L’incontro del 6 maggio è un momento molto importante di confronto per fissare quelle regole che d’ora in poi saranno alla base del nuovo prodotto a marchio IGP”.
Un impasto di uova fresche, ottenute da galline allevate a terra e alimentate esclusivamente con cereali NO OGM e senza pigmenti sintetici, con semola di grano duro o farina di grano tenero doppio zero, sfogliato a mano oppure estruso in bronzo e sfogliato su rulli fino allo spessore compreso tra 0,3 e 0,7 mm., il tutto tagliato per una lunghezza da 35 a 60 cm. e per una larghezza da 0,80 a 1,20 mm. Per finire il confezionamento, tipico di Campofilone, che svolge esso stesso una funzione distintiva del prodotto, rendendolo visivamente riconoscibile al consumatore finale.
La valenza dei Maccheroncini di Campofilone, che si distinguono dunque per la sottigliezza della sfoglia e per il taglio finissimo, sta nell’aver conservato immutata nel corso degli anni la tecnica di lavorazione e nel fatto che si tratta di un prodotto che richiede particolari doti di abilità ed esperienza.
“Parlare dei Maccheroncini di Campofilone – dichiara Petrini – vuol dire parlare di una delle più autentiche espressioni della cultura del nostro territorio. La produzione artigianale di questa pasta è, come noto, la manifestazione della tradizione popolare del borgo medievale di Campofilone, tramandata di generazione in generazione. Questa storia così particolare ne ha fatto un eccellente prodotto tipico locale delle Marche oramai sulle tavole di tutto il mondo”.
La zona di produzione è infatti limitata al territorio amministrativo del Comune di Campofilone e in ogni fase è garantita la tracciabilità e rintracciabilità del prodotto. Un’arte nata prima nelle cucine e poi nei laboratori artigianali, che hanno reso questi sottilissimi fili di velo dorato un piatto unico, simbolo di bravura della padrona di casa, consumato in occasione dei pranzi di festa e regalo prestigioso da donare ad amici illustri.
Tradizione ed abilità mantenute per 600 anni che hanno dato luogo a commercio e imprese familiari che hanno fatto conoscere Campofilone nel mondo.