Per la CGIL celebrare il 25 aprile significa anche difendere la centralità del lavoro come valore portante della Repubblica, accolto e tutelato dalla nostra Carta Costituzionale. Carta che oggi viene attaccata proprio mettendo in discussione quel principio lavorista che i padri della Costituzione hanno immaginato come garante della democrazia e dei principi di uguaglianza e solidarietà.
Come non ricordare che la liberazione è passata anche attraverso la strenua difesa delle fabbriche del nord da parte dei lavoratori, durante la ritirata nazifascista?
E ancora, non dimentichiamo mai che la Costituzione è nata dalla sconfitta della dittatura e dal coraggioso coinvolgimento di tutte le forze antifasciste in vista di un interesse comune e superiore.
Non si può cancellare quello spirito costituente con un colpo di spugna, non riconoscendo la sostanziale differenza tra partigiani e repubblichini di Salò. In questo senso è esemplare la risposta che Vittorio Foa diede al missino Pisanò che indicò nel valore della patria un condizione che accomunava partigiani e fascisti: “sarà pure come dice Lei. Però se vinceva Lei io sarei ancora in prigione. Avendo vinto io, Lei è senatore della Repubblica e parla qui con me”.
La resistenza oggi più che mai deve tornare a significare opposizione alle oppressioni, alle ingiustizie sociali. Rappresentare valori di democrazia vera, suffragati da fatti concreti, che diano risposte serie a garanzia del futuro di tutti e che siano da guida per le nuove generazioni.
E’ per queste ragioni che la CGIL di Ascoli Piceno intende promuovere un percorso di riflessione legato alla ricorrenza del 3 ottobre, giorno che commemora il sacrificio dei giovani partigiani ascolani che diedero la vita per liberare l’Italia tutta dal giogo fascista, coinvolgendo in questo tutte le istituzioni e le associazioni che contribuiscono a mantenere vivo lo spirito che ispirò l’azione di coloro che immaginarono un Paese diverso, libero e democratico».