Questa la precisazione di Sara Giannini, assessore per Ricerca e innovazione nei settori produttivi, a seguito delle osservazioni avanzate dal presidente Casali, alla riunione annuale di Confindustria Ancona. “I singoli bandi – prosegue l’Assessore – non possono far altro che contenere le prescrizioni obbligatorie poste dalla Commissione Ue, pena il non riconoscimento dei contributi europei alla Regione e, quindi, alle imprese stesse. Questa è una situazione che riguarda tutte le regioni europee, non solo le Marche.
E’ un fatto che da diverso tempo la politica industriale nazionale non mette che poche briciole sul versante della ricerca e innovazione, quindi gli unici strumenti di sostegno per questo tipo di investimenti essenziali per la competitività delle imprese sono quelli europei, cui la Regione concorre con proprie risorse. I tre bandi per innovazione, ricerca e distretti, sono stati oggetto di numerose riunioni del tavolo di concertazione, dove state concordate persino le singole scadenze. I tempi per la presentazione delle proposte progettuali sono stati prorogati perché le stesse associazioni di categoria hanno chiesto di poter predisporre le istanze in modo ponderato e non affrettato.
I tempi di realizzazione dei progetti, infine, sono condizionati dalla particolare tipologia di investimento. Progetti complessi affinché siano efficaci e ‘l’innovazione sia vera e autentica’, come chiesto da Casali, richiedono determinate tempistiche per il loro compimento e, ancora una volta, sono state le categorie a richiedere tempi adeguati alla natura degli interventi. Nei mesi scorsi abbiamo organizzato un importante convegno su queste tematiche all’Abbadia di Fiastra, riscuotendo apprezzamento per l’approccio proposto dalla Regione sul fronte ricerca e innovazione, sarebbe stato interessante ascoltare i suggerimenti costruttivi del presidente Casali in quella sede, piuttosto che leggere critiche superficiali e infondate dalle pagine dei giornali”.